Un parlamentare troppo "esposto"

“Così i magistrati non hanno dovuto alzare neppure un sopracciglio. La politica è finita spontaneamente fra i loro piedi e le loro mani”. Francesco Damato si riferisce all’esposto, con undici allegati, che il 5 settembre scorso il deputato Angelo Bonelli (classe 1962, diploma di istituto tecnico per geometri, oggi portavoce di Europa Verde e di Alleanza Verdi e Sinistra) ha depositato presso il posto di Polizia della Camera contro l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per presunto peculato e violazione del segreto d’ufficio.

Secondo l’onorevole Bonelli, il ministro Sangiuliano avrebbe commesso i reati denunciati intrattenendo rapporti con la sua collaboratrice Maria Rosaria Boccia. L’onorevole Bonelli in ogni occasione ricorda fieramente che: «Mi chiamano il re degli esposti», e, da tribuno dell’opposizione, dà il meglio di sé come instancabile redattore di esposti da porgere alle Procure della Repubblica. Il portavoce dei Verdi, in una recente intervista, ha dichiarato: «Per fare politica bisogna studiare i dossier, ma anche studiare l’avversario per riuscire a capire i suoi punti deboli». Ma sono queste le prerogative che deve avere chi siede in Parlamento su mandato del popolo? Bisogna ammettere che l’onorevole Bonelli di esposti ne ha fatti veramente tanti! Per esempio: esposto sul camping nella pineta di Castel Fusano (maggio 2016); esposto sulla violazione delle misure sanitarie anti-Covid nel corso di una manifestazione del centrodestra a Roma (giugno 2020); esposto sul caso Cospito-Delmastro-Donzelli (febbraio 2023); esposto sulla nuova diga di Genova (luglio 2023); esposto sul video che ritrae la giudice di Catania Iolanda Apostolico diffuso da Matteo Salvini (ottobre 2023); esposto sull’«occupazione totale degli spazi dell’informazione da parte del governo Meloni» (aprile 2024); esposto sulle presunte irregolarità sul Ponte dello Stretto di Messina (agosto 2024, atto terzo: il primo l’aveva presentato a febbraio ed il secondo a maggio). Già nel 2010 aveva presentato un esposto relativo all’ambiente in regione Puglia contro Nicola Fratoianni, al tempo assessore della giunta Vendola e oggi suo compagno di partito. Adesso è il turno dell’esposto contro l’ex ministro Gennaro Sangiuliano.

C’è da chiedersi per quale motivo Angelo Bonelli abbia scelto di entrare in Parlamento, tempio del “primato della politica”, luogo dove “farsi carico dei problemi quotidiani della gente”, dove ci si deve confrontare, anche ruvidamente, per promulgare, modificare e abrogare leggi ed esercitare il controllo sull'attività del Governo attraverso le interrogazioni parlamentari e non sollecitando costantemente l’intervento della magistratura.

Forse la risposta è nei numeri: in qualità di deputato Angelo Bonelli ha diritto a un’indennità netta di 5.000 euro al mese più una diaria di 3.503,11 euro e un rimborso per spese di mandato pari a 3.690 euro; a questi si aggiungono 1.200 euro annui di rimborsi telefonici e da 3.323,70 fino a 3.995,10 euro ogni tre mesi per i trasporti. In sostanza Bonelli riceve circa 14.600 euro al mese e a fine mandato gli verrà riconosciuto, come a tutti i deputati e senatori, un assegno pari all’80percento dell’importo mensile lordo dell’indennità moltiplicato per il numero degli anni di mandato effettivo. Non sono cifre elevate rispetto alla responsabilità di un parlamentare diligente, ma, come cittadino, vorrei che quel parlamentare svolgesse bene il compito cui è deputato senza spendere il suo tempo, ed il nostro denaro, nell’esercitare la “curiosa” attività di “piccolo scrivano” per le procure della Repubblica italiana, e vorrei che ricorresse a strumenti politici, come l’interrogazione parlamentare o la mozione di sfiducia, contemplati nel nostro ordinamento giuridico.

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