M5s resti un movimento

Il 4 ottobre si è celebrato il quindicesimo anniversario della nascita del MoVimento 5 Stelle e credo sia il momento di riflettere sul futuro. Non si può parlare di futuro M5s se non ricordiamo quanto scritto nel Non Statuto: Il MoVimento 5 Stelle non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro. Per evitare equivoci e malintesi definiamo con precisione di cosa parliamo e in questo ci facciamo aiutare con dall’enciclopedia Treccani che così definisce un partito: Organizzazione che persegue l’obiettivo della gestione del potere politico mediante il processo di competizione elettorale ovvero – quando non entrano regole democratiche di competizione elettorale – attraverso la designazione diretta dei propri membri nei ruoli di governo. La stessa Treccani definisce così un movimento: qualsiasi fenomeno di aggregazione e mobilitazione di individui che, in seguito a mutamenti socioeconomici intervenuti, sviluppano la coscienza della loro identità di gruppo sociale e si impegnano attivamente per realizzare un mutamento della loro condizione o dello stesso sistema politico. Quindi un partito persegue finalità di gestione del potere, mentre il movimento vuole realizzare un mutamento (sia delle condizioni socioeconomiche che di quelle politiche).

Sono quindi due finalità ben diverse. Un partito non ha scadenza prefissata, perché vive fino a quando i cittadini lo votano. Un Movimento si scioglie quando raggiunge i suoi obiettivi o quando perde la spinta propulsiva per raggiungerli. Un Movimento può sopravvivere raggiunti i suoi obiettivi? Sicuramente no, al massimo dalle sue ceneri (come versione politica del mito dell’Araba Fenice) può nascere un partito che si prefigga di difendere le conquiste del Movimento e gestisca il potere con le nuove regole. La Resistenza come Movimento, una volta che la dittatura è stata abbattuta, si è sciolta e sono nati i partiti che ad essa si ispiravano per gestire democraticamente il potere.

Aiutandoci sempre con la Treccani sappiamo che la democrazia è: Forma di governo in cui il potere risiede nel popolo, che esercita la sua sovranità attraverso istituti politici diversi La democrazia può essere: diretta o plebiscitaria, quando il potere è esercitato direttamente da assemblee popolari o mediante plebisciti oppure indiretta, rappresentativa, parlamentare, quando il potere è esercitato da istituzioni rappresentative.

Dopo questo lungo, ma indispensabile, pippone possiamo farci la domanda fondamentale: ha il MoVimento 5 Stelle raggiunto i suoi obiettivi? In altre parole, è arrivato il momento di scioglierlo perché le condizioni socioeconomiche e le leggi che regolano la politica sono cambiate come ci auguravamo? Questa è la domanda che dobbiamo porci. Indubbiamente M5s ha fatto molto: decreto dignità, reddito di cittadinanza, riforma della giustizia, class action, riduzione del numero dei parlamentari ed eliminazione dei loro vitalizi, molto sull' ambiente e si potrebbe continuare. Ma che ne è stato della democrazia diretta? Poco o nulla. Cosa è cambiato per il referendum, le leggi iniziativa popolare, la legge elettorale con liste bloccate il doppio mandato? Nulla. Volevamo la democrazia diretta e non è cambiato nulla.

Quindi la risposta alla domanda se abbiamo raggiunto i nostri obiettivi è NO! Quindi a chi vuole trasformare il MoVimento 5 Stelle in un partito bisogna dire: liberissimo di farti il tuo partito per ritagliarti una fetta di potere, ma non usando il MoVimento. Chi ha voglia di partito giura che nulla cambia riguardo alle proposte politiche, ma un vecchio adagio dice che il diavolo si nasconde nei dettagli. I dettagli dicono che: per accordi politici ad ogni livello, una volta si votava on line; oggi si fanno accordi politici in Europa e per le regioni e non si vota per le liste elettorali, chi voleva, poteva candidarsi on line con il suo curriculum e le sue proposte, poi si votava; oggi gli iscritti si propongono e poi qualcuno decide chi finisce in lista ed in quale posizione. si avvia un processo costituente e non si sa quanti sono gli iscritti nel processo costituente si parla del ruolo degli eletti, che sono quelli che una volta chiamavamo portavoce. Il problema del MoVimento non è, come si vorrebbe far credere, l’organizzazione ma il modo in cui si propone, deve tornare ad essere sé stesso per lottare per il cambiamento della politica, del modello di sviluppo, della giustizia.

Cambiamento della politica con referendum propositivo ed abrogativo senza quorum, tempi certi per leggi iniziativa popolare, due mandati per dire basta i politicanti a vita, no al finanziamento pubblico, nuova legge elettorale senza coalizioni, liste bloccate, pluricandidature etc. Cambiare il modello di sviluppo: la difesa dell’ambiente deve condizionare le scelte dell’economia e non viceversa come ora, priorità allo sviluppo dell’uomo rispetto al profitto e non viceversa come ora. Cambiare la giustizia in modo che tutti, indipendentemente dal reddito o dal potere politico, siano realmente uguali di fronte alla legge.

Sulle cose da cambiare si potrebbe continuare per ore, quindi non è giunto il momento di sciogliere il MoVimento ma di farlo tornare ad essere il motore del cambiamento e prima di tutto della politica. Purtroppo, oggi con l’Assemblea Costituente M5s quello che si vuole cambiare è il MoVimento per farne un bel partitino, quindi la classica operazione di trasformismo politico all’italiana, dimenticando che siamo nati per combattere queste manovre. Non possiamo accettare che il MoVimento nato per cambiare la politica, venga cambiato dalla politica!!!!

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