Regina Margherita, numeri sballati  

Quando si parla di sanità pubblica compaiono numeri basati su niente. Si parla del Regina Margherita e ci dicono che occorrono 250 amministrativi e 1000-1200 medici e infermieri per completare l’autonomizzazione. Ma perché?

Vogliamo ricostituire un’azienda autonoma? I medici e gli infermieri ci sono. Gli amministrativi necessari saranno pochi e riguarderanno soltanto i servizi centrali. Ci dicono che di fronte alla possibilità di un cambiamento di sede, pochi dipendenti andrebbero al Regina. Chi l’ha detto? Il sondaggio cui si fa riferimento non ha nessun significato. Chi lavora al Regina resterà al Regina. Per creare un’Irccs Città della Salute? Negli anni “d’oro” dell’azienda Materno Infantile i bilanci erano molto migliori dei quelli della Molinette.

Ma allora perché? Viene il sospetto che la Città della Salute stia ostacolando l’autonomia del Regina. Il commissario del Regina Margherita Giovanni Messori Ioli ha presentato una situazione di paralisi in cui non vengono trasmessi i bilanci, non c’è un budget e mancano i soldi per poter fare qualunque cosa. Non capisco l’ostilità della maggioranza comunale a questa decisione presa già tanto tempo fa. Bisogna lavorare insieme per avere di nuovo un ospedale pediatrico autonomo con un’agilità e un’efficienza che oggi non si può avere. E non voglio parlare del Sant’Anna, altra componente di questo puzzle semplice da risolvere ma in cui interessi personali impediscono progressi significativi. Rimbocchiamoci le maniche e scegliamo le soluzioni migliori per Torino.

*Piero Abbruzzese, consigliere comunale e ex cardiochirurgo Regina Margherita

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