Musica di pace e dialogo

Se è vero che non c'è pace giusta senza dialogo, allora il dialogo diventa uno strumento che anticipa e sostiene la convivenza sociale nella realizzazione di progetti condivisi, che supportino innanzitutto la giustizia, l’educazione e il lavoro. Ovvero Le basi comuni di un patto sociale in grado di tutelare e rafforzare i diritti di libertà e di dignità sociale e umana. Il solco in cui allora dovremmo muoverci è quello di costruire strumenti di dialogo e comprensione della volontà di rinnovare e rafforzare legami, che non siano esclusivamente rapporti né prioritariamente di forza o economici. È necessario puntare su processi culturali, sociali e spirituali volti non soltanto a favorire la reciproca conoscenza, ma anche a contrastare le strumentalizzazioni dei fondamentalismi e degli ideologismi da cui si genera tanta violenza.

Ecco allora il senso profondo del Concerto di Capodanno 2025, affidando alla musica la possibilità di mettere in connessione le persone attraverso un linguaggio diverso, non verbale, quello delle emozioni. La musica, l'unico linguaggio universale che accomuna l'intera umanità, è lo strumento più potente e prezioso che abbiamo a nostra disposizione. Uno strumento che sin dalla notte dei tempi ha permesso all’uomo di esprimersi, di sognare e di far sognare, di avvicinarsi agli altri e di avvicinare gli altri a sé.

Per i nostri Padri la pace ha sempre occupato un posto privilegiato per costruire ponti di riconciliazione tra popoli, culture e religioni. E la musica ha la straordinaria capacità di parlare insieme al cuore ed al cervello. Nella musica, inoltre, ad entrare in comunicazione tra loro, sono anche gli strumenti, coinvolti in assoli, in duetti, trii, quartetti fino in formazioni orchestrali di gran numero. Le loro voci si intrecciano, si sovrappongono, si lasciano il giusto spazio per esprimersi, per rinvigorirsi e prendere coraggio, per farsi sentire o per abbassare i toni, per sfumare in altre emozioni più o meno intense e segrete. In una armonia che è uno stupefacente equilibrio di contrasti.

Le composizioni musicali sono un alternarsi di melodie, di frasi dette e non dette, sottintese, urlate, sussurrate o spiegate nel dettaglio. Gli strumenti che danno voce a queste note, alle parole della musica, discutono tra loro, per poi riferirsi agli altri. I musicisti dialogano attraverso i loro strumenti, rendendo sonori i pensieri del compositore, per poterli trasmettere a tutti coloro che stanno ascoltando.

Sembra incredibile come la musica riesca a tessere il suo filo dal compositore, al musicista, all’insieme di musicisti, fino ad arrivare all’ascoltatore, favorendo la rielaborazione creativa di tutta questa mediazione. E proprio nella mediazione c'è il vero presupposto del dialogo.

Solo così si potrà parlare di pace, in un mondo in cui prevalga non solo il rispetto, ma anche l'armonia delle diversità.

*Valentino Castellani, presidente del Comitato Interfedi della Città di Torino, e Giampiero Leo, portavoce del Coordinamento interconfessionale del Piemonte “Noi siamo con voi”

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