Al Jolani statista? Liberate Cospito
Alfredo Quazzo 17:57 Giovedì 09 Gennaio 2025 0
Ahmed al Sharaa, che ora ha abbandonato il nome di battaglia Abu Mohammed al Jolani, è il leader dei “ribelli” che in Siria hanno rovesciato il regime di Bashar al Assad. L’organizzazione Hayat Tahrir al Sham (Hts), di cui Al Sharaa è il capo, trae origine dal movimento terroristico islamista Al Qaeda ed è responsabile di crimini di guerra e di gravi violazioni dei diritti umani.
Hts è considerata un’organizzazione terroristica da Onu, Unione europea, Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Argentina, Indonesia e Russia; ha praticato esecuzioni extragiudiziali, arresti arbitrari e torture, violenza contro donne e bambine, conversioni forzate, discriminazioni delle minoranze religiose, oppressione politica e ostruzione agli aiuti umanitari. Inoltre rapporti del Dipartimento di Stato degli Usa documentano che Hts si è servita dei bambini come scudi umani e come attentatori suicidi, li ha arruolati come soldati costringendoli ad azioni violente e a ruoli da boia.
Eppure le azioni oggi condotte in Siria da Ahmed al Sharaa, alias Abu Mohammed al Jolani, con l’intenzione di istituire un governo forte in grado di garantire la sicurezza in tutto il Paese, sembrano aver avuto successo, a tal punto che gli Usa, che sino dal 2013 consideravano al Sharaa un pericoloso terrorista, lo scorso dicembre hanno cancellato la taglia di 10 milioni di dollari che pendeva sulla sua testa e sono in corso discussioni per rimuovere la definizione di terrorista in capo alla stessa Hts. Tali rivalutazioni possono apparire ai più “fuoriluogo”, soprattutto se si pensa che, come confermato anche dagli Usa, Ahmed al Sharaa non si è dissociato da al-Qaeda per motivi religiosi o ideologici (al Sharaa ha mantenuto la natura estremista salafita di Hts cioè quella di cercare di accreditarsi come unico autentico interprete del messaggio religioso) ma per “disaccordi strategici”: al Sharaa non condivideva con al-Qaeda la strategia da perseguire per arrivare a rovesciare il regime di Bashar al-Assad.
L’operazione di rebranding attuata da Ahmed al Sharaa con la “presa della Siria”, ha trasformato il jihadista radicale/rivoluzionario in uno “statista” al quale potrebbe essere concesso il tanto agognato riconoscimento ufficiale: non più temuto nemico pubblico ma affidabile interlocutore. Presto i massacri compiuti dall’ex terrorista saranno “volontariamente” dimenticati e sacrificati in nome della “convenienza” politico-economica del mondo. Se anche l’Italia si allineerà agli Usa nella rivalutazione di Ahmed al Sharaa, terrorista jihadista che ha commesso centinaia di stragi e che oggi viene “riabilitato” per essere considerato un credibile “interlocutore”, mi domando se verrà rivista la condanna di Alfredo Cospito, terrorista anarchico che nelle sue azioni terroristiche, a sfondo politico, non ha causato morti, ma che è stato condannato al regime del carcere duro (41bis) e all'ergastolo ostativo.
Nel 2006 Cospito fece esplodere due ordigni davanti all’ex caserma degli allievi carabinieri di Fossano e nel 2012 gambizzò l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare a Genova. Il 26 giugno 2023 la Corte d'assise d'appello di Torino ha rideterminato la pena in 23 anni di reclusione e il 24 aprile 2024 la Cassazione l’ha confermata non ritenendo il reato una strage comune, che prevede anche l’ergastolo, bensì una strage politica. Se il mondo intero riabilita un capo terrorista del calibro di Ahmed al Sharaa che ha causato centinaia, forse migliaia, di morti, perché non dare ad Alfredo Cospito, che non ha ucciso nessuno, la possibilità di ricrearsi una nuova vita? Perché usare due pesi e due misure?