La Tav è utile anche a chi l'osteggia

Caro direttore,
a proposito dell’intervento dell’Ing. Alfredo Quazzo “la Tav oltre il madaMino” e i suoi riferimenti alla analisi costi e benefici dell’opera più importante per il futuro di Torino, della Val Susa e del Paese citando alcuni autorevoli docenti universitari critici o contrari all’opera, debbo dire che sulla strategicità della Tav per l’interesse nazionale vi è stato il voto del Senato del 7 agosto 2019, alcuni mesi dopo la grande Manifestazione di piazza Castello del 10 novembre 2018, nata da una mia idea e che organizzai insieme alle madamin.

Quella piazza e la petizione su change.org che avevo lanciato insieme al prof. Forte e ai ragazzi dell’associazione SìTav-SìLavoro che superò le 114.000 adesioni. La Tav, finanziata dalla Comunità Europea, dallo Stato italiano e dalla Francia pertanto si sta facendo e i lavori, ritardati purtroppo sia dal governo gialloverde che da quello giallorosso, si prevede siano ultimati nel 2033. Nel cantiere lato francese, che va avanti senza nessuna contestazione con la normale guardiania di guardie giurate, lavorano 2.500 persone tra cui molti italiani, operai specializzati e ingegneri.

Nel cantiere lato Italia oggi operano solo un centinaio di lavoratori ma nella seconda metà dell’anno, quando i lavori potranno iniziare dopo l’arrivo della talpa, troveranno lavoro sino a 700 persone con la gioia delle famiglie e del commercio locale che ovviamente risentirà dei benefici. Mentre ti sto scrivendo mi giunge notizia che stanotte sono stati incendiati tre scavatori di una ditta valsusina che ha come unica colpa quella di aver lavorato nel cantiere della Tav. 

Vedi direttore, ho qualche anno più di te, ho iniziato a lavorare con mio papà a 15 anni e a venti sono stato assunto come operaio all’Enel e so cosa vuol dire il lavoro per la gente comune, la speranza di una vita dignitosa per la propria famiglia. Solo in Val di Susa un gruppo di violenti, senza che i No Tav pacifici dicano nulla, assaltano cose e persone per una opposizione cieca e ideologica contro decisioni del Parlamento italiano che secondo la Costituzione, nata dalla Resistenza, è l’unico organismo che rapprenda la volontà popolare.

Sono in lacrime e termino questa mia proponendo all’ing. Quazzo e ai docenti da lui citati un pubblico confronto da tenersi presso la sede del tuo bel giornale online o in un’altra sala. Sarà un confronto importante sull’opera più importante per noi perché come sai dopo tutte le cose fatte e dette da chi ha amministrato Torino negli ultimi trent’anni la crescita dell'economia torinese è più bassa della media nazionale e Torino oltre che a essere la capitale della cassa integrazione è anche prima per la disoccupazione giovanile.

Lo sai, la Tav è la battaglia della mia vita, una battaglia che non conduco solo con le parole ma con i fatti di quella grande piazza che l’ha salvata ricordando a me e a te cosa disse Cavour al Re: Maestà dobbiamo governare anche per quelli che non capiscono, solo che mentre per il primo traforo del Frejus nessun valsusino perplesso o contrario andava a rurale le pietre al cantiere, oggi invece in Valle e solo in Valle tirano pietre e bombe contro il lavoro di domani. Ti sei mai chiesto perché i contrari alla Tav non parlano mai di lavoro? Ora vado a dare la mia solidarietà all’impresa colpita.

Con amicizia e stima,

*Mino Giachino, responsabile Trasporti FdI Piemonte

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