Principi e realpolitik

La realpolitik viene esercitata dal governo, da tutti i governi, per chiudere situazioni imbarazzanti: brutto affare ma così va il mondo, e da secoli peraltro! Discutiamo pure delle formiche (come alla conferenza stampa della Meloni con la domanda del giornalista che gioca tra l’intrigante e lo scioccherello?), e poi certo nasce qualche perplessità sul bel viaggio di ritorno in business concesso al comandante libico.

Negli ultimi mesi dobbiamo comunque notare come il russo che scappa dai domiciliare, il fisico iraniano che arriva a Teheran direttamente dal carcere di Opera (nobile scambio in barba alla legge), il generale libico che dalla cella delle Vallette è spedito a Tripoli nientepopodimeno che in Falcon, sono fatti che possono turbare il meschino cittadino come me che al mitico bar di periferia parla di calcio o dei prezzi che salgono e di Trump che se stoppa la guerra si dispiace per Zelensky, ma brinda con free wine (dati i tempi ) e pure lo elogia.

L’osservazione finale, anche un po’ triste, porta alla considerazione che i sani, belli, etici principi fanno la fine del gruppo di formiche che se non scappano hanno un brutto avvenire. Ah, che mondo

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