Sull'orlo del baratro
Bruno Murialdo, Alba 08:46 Lunedì 03 Marzo 2025 0
Sprofondati nel più grande caos dal secondo dopoguerra a oggi, il rischio di un conflitto su scala globale non è mai stato così concreto. Che a dirlo sia Donald Trump o il più radicale tra gli esponenti della sinistra, una cosa è certa: il mondo è in pericolo. E ciò che sorprende, o forse inquieta, è l’apparente indifferenza dei leader internazionali di fronte a questa minaccia. L’ultimo vertice di Londra ne è un esempio emblematico.
Il laburista Keir Starmer ha dichiarato: “Con Kiev fino alla fine”. Ma cosa significa esattamente? Si tratta forse di una dichiarazione di guerra alla Russia? Se l’Unione Europea sceglie la strada del suicidio politico ed economico, dobbiamo seguirla ciecamente? O non sarebbe più saggio perseguire la via del dialogo per scongiurare una catastrofe? Simili dichiarazioni tradiscono un atteggiamento bellicoso che un leader responsabile non dovrebbe né pronunciare né concepire. Quando si parla di conflitti, la ragione non appartiene né a Trump né a Zelensky, né tantomeno ai leader europei, incapaci di coordinare una strategia razionale e lungimirante.
Eppure, esiste una parte dimenticata di questa guerra: i popoli. Europei, russi, americani. Sono loro, sempre invocati nei discorsi ufficiali, a pagare il prezzo più alto. Il rischio di una terza – e ultima – guerra mondiale è più concreto che mai. Basta un gesto folle, un momento di incoscienza, e il mondo potrebbe sprofondare in un'oscurità irreversibile. Ideologie, religioni, culture: tutto svanirebbe di fronte all’apocalisse nucleare. Per questo, ogni sforzo diplomatico volto alla pace dovrebbe essere perseguito con determinazione.
L’Europa avrebbe dovuto agire fin da subito per porre fine al conflitto, promuovendo trattative invece di alimentare l’illusione di una vittoria impossibile. Invece, ha scelto di continuare a finanziare l’Ucraina, gravando sulle fasce più deboli della propria popolazione. In questo scenario caotico, come si può non schierarsi dalla parte di chi cerca una soluzione pacifica? Che sia Donald Trump o il “diavolo in persona”, come alcuni amano definirlo, poco importa. Perché, come ha ricordato Papa Francesco, la guerra è sempre una sconfitta.