Quale cognome nel futuro?
Lucrezio Depiciis 11:56 Giovedì 27 Marzo 2025 0
La lettura della proposta di attribuire ai nascituri il solo cognome materno, avanzata da un autorevole Onorevole, mi ha fatto a lungo riflettere. Ritengo di inviare questo breve elaborato, per la stima e il riguardo che ho verso “Lo Spiffero” che si pone come il luogo ove è possibile avere un dibattito oltre che democratico anche innovativo.
Sebbene comprenda l’intento di promuovere l’uguaglianza di genere e valorizzare il ruolo materno, ritengo che questa iniziativa possa generare conseguenze indesiderate e non risolvere le problematiche sottese. Nel diritto romano, il concetto di “pater familias” rivestiva un ruolo centrale nella struttura sociale e giuridica. Il “pater familias” era il capo della famiglia, colui che garantiva l’unità, la protezione e la continuità della gens, il gruppo familiare. Il cognome, spesso legato alla gens, serviva a identificare l'appartenenza familiare e la linea genealogica.
Eliminare oggi la possibilità di trasmettere il cognome paterno equivarrebbe a interrompere un retaggio che, anche al di fuori del contesto romano, ha simbolicamente rappresentato la coesione tra le generazioni. È vero che In alcune culture matrilineari, come quelle dei Khasi in India o dei Tuareg nel Sahara, il cognome materno e la linea genealogica vengono trasmessi attraverso la madre. Ma queste società, molto distanti da noi, riflettono strutture sociali enormemente diverse rispetto alle nostre. Tuttavia, traslare tali sistemi in un contesto come quello italiano, senza considerare le differenze culturali e storiche, rischierebbe di alterare l’equilibrio già esistente.
Anche nell’antica Grecia, dove la trasmissione del nome paterno era prassi comune, la famiglia era al centro della società. I greci identificavano le persone attraverso il nome proprio e il patronimico (nome del padre), come ad esempio “Alessandro, figlio di Filippo”, sottolineando l’importanza della linea paterna. In questo contesto culturale più ampio, l’insegnamento dell’epicureismo offre una riflessione profonda. Epicuro, nella ricerca dell’armonia e della “atarassia” (serenità), insegnava l’importanza dell’equilibrio per evitare conflitti e tensioni. Applicando questo principio alla questione dei cognomi, la trasmissione del cognome di uno solo dei genitori, in questo caso della madre, potrebbe risultare una scelta sbilanciata che rischia di compromettere l’equilibrio e l’unità familiare.
Proviamo a immaginare quali fratture potrebbero derivare dall’approvazione di una legge come quella voluta dal caro Franceschini:
1. Frattura familiare: Imporre una scelta potrebbe svalutare il contributo paterno, generando divisioni e risentimento nelle famiglie.
2. Frattura culturale: Si rischierebbe di sovvertire tradizioni familiari che rappresentano un equilibrio costruito nel tempo.
3. Frattura sociale: La polarizzazione dell'opinione pubblica potrebbe alimentare conflitti tra sostenitori e oppositori della misura.
4. Frattura identitaria: I nascituri potrebbero percepire una perdita di connessione con metà della loro eredità familiare, portando a possibili disagi futuri.
Per concludere, vorrei citare un antico proverbio greco che offre una prospettiva preziosa: Οἶκος γὰρ εἷς οὐκ ἂν σταθείη διχοστασίᾳ (“Una casa divisa non può stare in piedi”, Aristotele). Questa massima sottolinea l’importanza dell’unità e dell’equilibrio nelle relazioni umane, un principio che dovremmo preservare anche nella trasmissione dell’identità familiare.
Grazie e complimenti per il vostro equilibrato lavoro di informazione.