È mondiale il nostro mercato

Caro direttore,
malgrado i tanti economisti che scrivono ogni giorno sui giornali, gli italiani, a partire dai piemontesi, non avevano bene la percezione di quanto sia importante per il nostro Pil il mercato mondiale. Forse troppo impegnati a criticare il governo, non uno che abbia scritto in questi anni che senza l’avanzo positivo esporti meno e il nostro Pil negli ultimi anni sarebbe andato in rosso con gravi difficoltà per il 47% degli italiani che non riesce a risparmiare. Se il saldo commerciale con l’estero è positivo lo si deve all’industria, così qualche altro dirigente associativo torinese capisce perché l’industria dell’auto andava difesa schierandosi apertamente con Marchionne e non con chi gli era contrario e chiedendo la golden power allorché Elkann ha venduto l’azienda alla Peugeot e in ultimo votando tutti insieme contro il Green deal europeo.

Riporto un dato semplice: l’Italia ha lo 0,7% della popolazione mondiale ma ha il 2,6 % del mercato mondiale. Siamo il quarto Paese esportatore del mondo nonostante le nostre carenze infrastrutturali e logistiche. Ecco perché infrastrutture e logistica sono essenziali per ritornare a crescere di più come ho scritto nel mio libro che presenterò sabato prossimo a Torino. Ecco perché occorre trattare con Trump ma nel frattempo occorre ampliare i Paesi cui vendiamo le nostre produzioni. Il mercato mondiale grazie alla nostra capacità manifatturiera e alle nostre qualità enogastronomiche è e sarà un grande motore di sviluppo per il nostro Paese. Così come diventano fondamentali le nostre connessioni infrastrutturali con il mercato turistico mondiale. Il nostro Patrimonio storico-artistico, culturale e paesaggistico è unico al mondo.

Mercoledì sul treno AV a Bologna sono saliti due americani entusiasti del nostro Paese. Arrivati da Miami a Venezia dopo 3 soggiorni nella Città dei Dogi, altri 2 a Bologna dopodiché 3 giorni a Firenze e infine 6 giorni a Roma ma con l’intenzione di ritornare per visitare la Sicilia e Capri. Gli ho descritto la Sindone e il Museo egizio e la signora mi risponde potremmo arrivarci da Parigi il prossimo anno. Nel mondo le persone abbienti in grado di programmare viaggi interessanti e costosi stanno arrivando al miliardo. Quando ci sarà la Tav a Torino arriveranno un milione di turisti internazionali in più all’anno da Ovest ma anche da Est. Capisci perché sono il primo dei Sì Tav ma anche il più arrabbiato per i tempi lunghi della realizzazione perché so bene quante ricadute economiche e lavorative stiamo perdendo a Torino e in Val di Susa a non avere il treno veloce. Non capisco perché i giornali cattolici non siano in testa a spiegare che senza la Tav non ci sarà speranza di lavoro in Val di Susa.

In conclusione:
1) trattare con Trump
2) allargare i mercati di sbocco delle nostre produzioni
3) acceleriamo la Tav
4) rilanciamo il nostro aeroporto
6) uniti in Europa contro il green deal automobilistico

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