Un'Alleanza che parte male
Mino Giachino 08:34 Giovedì 01 Maggio 2025 0
Caro direttore,
se invece di affrontare i problemi della città, che sono aumentati rispetto a quando fu eletto, il nostro sindaco si benedice il lancio con tanti appoggi dei padroni del vapore, vuol dire che si è insensibili al grido di dolore delle periferie, dei cassaintegrati, dei lavoratori dell’automotive e dei nuovi poveri di cui parlano la Caritas e altre benemerite associazioni di assistenza. Non capisco perché il prof. Garibaldi e gli altri autorevoli economisti che hanno segnalato alcuni ragazzi non siano partiti dal Bilancio economico e sociale della Città. Torino sta meglio del 1993? Come è stata la crescita economica di questi trent’anni? Proprio il prof. Deaglio alla presentazione del bel libro del presidente Salza aveva detto che per trovare un altro periodo così lungo di bassa crescita bisogna andare al 1800. “Alleanza per la sinistra di Torino”, perché di questo si tratta avendo assunto come riferimento l’ex sindaco Castellani e le forze che appoggiano Lo Russo, non parte dai problemi di Torino e dalle sue potenzialità ma continua imperterrita nella linea di questi 32 anni che hanno portato come hanno dett , dopo di me, Berta, Bagnasco e Pichierri al declino economico e sociale della città cui i tre anni e mezzo della Giunta Lo Russo non hanno dato risposta.
Lo Russo che è sicuramente l’esponente più intelligente e preparato della sinistra sa che rischia elettoralmente e lavora già da ora su due fronti a sinistra cercando l’accordo con Askatasuna e con la sinistra al cachemire parlando di cultura e loisir. Lo Russo che ha vinto grazie al sostegno dei giornali è stato indebolito proprio dalla Fiat che con la vendita a Peugeot e con la nomina di Tavares ha penalizzato molto le aziende dell’indotto torinese e ha sbagliato a sostenere in Europa il voto del Pd sulla scelta dell’auto elettrica che ha azzoppato l’industria dell’auto europea e torinese.
In questi anni le periferie sono state abbandonate e non basta andare a fare una riunione ai bagni di Barriera. La crescita economica della città continua a essere bassa e i primi a pagarne le conseguenze sono i commercianti. La politica dei grandi eventi ha portato un po’ di lavoro ma niente altro mentre Expo 2015 a Milano, che io da alcuni anni ripropongo per Torino 2035, ha lasciato una Cittadella Smart da 50.000 abitanti e una bella fetta di nuovo pil.
Se quei ragazzi molto per bene che hanno aderito all’invito del prof. Garibaldi e di altri illustri docenti torinesi invece di chiudersi nella sinistra che ha portato Torino al declino avessero voluto confrontarsi con la migliore società civile che sei anni fa si sostituì alla politica, come disse Cirio, e riempirono piazza Castello per salvare l’opera del futuro (la Tav) forse avrebbero fatto meglio.
Ecco perché sostengo che a Torino ci vuole ben altro per rilanciare economia, lavoro e benessere in quella che fu prima capitale politica e poi industriale del nostro Paese. I sindaci cui fare riferimento perché rilanciarono davvero Torino furono il marchese Luserna di Rorà, Frola, Peyron e Giuseppe Grosso. Leggo gli strilli dei partitini di centro esclusi dalla nuova lista ma in questi 42 mesi chi li ha sentiti sui problemi di Torino?
In conclusione, per rilanciare Torino occorre difendere con forza il settore industriale che sarà ancora importante per la mobilità del futuro, aiutare le migliori aziende oggi presenti sul territorio a crescere ancora di più, valorizzare il Centro per la AI, valorizzare le nostre Università, rilanciare le fiere tecnologiche, valorizzare i quartieri periferici, accelerare i lavori della Tav, trovare i finanziamenti per allungare il percorso della linea 2 della metro, rilanciare l’aeroporto e affrontare il tema della tangenziale.