Il Pd tra speranze e divisioni
Renata Franchi 10:40 Martedì 24 Giugno 2025 0
Interessante notare gli spunti di nomi noti del Pd che si muovono per rivitalizzare un partito un po’ triste e diviso, che non si schioda e non vede la famosa luce in fondo al tunnel, peraltro lungo e stretto, quindi lontano. Cuperlo è un osservatore fine, non scalda certo le masse, ma filosofeggia con buoni propositi e illusioni sui giovani che dovrebbero dare impulso a una nuova, importante alternanza: ripeto, buoni propositi, dotte illuminazioni sulla carta, ma immagino non diano la carica.
Mi limito ad osservare che, ierlaltro, Goffredo Bettini (proprio lui, il mitico “monaco rosso”) scriveva che sulla separazione delle carriere “beh, una riflessione andrebbe fatta”, sul decreto sicurezza qualche sindaco ha notato che c’è del buono, e le sceneggiate in Parlamento restano abbastanza tristi (trovo eccessivi termini come “colpo di Stato”, “autoritarismo”, “Codice Rocco”, “Stato di polizia” ecc.). Le analisi di felici professori, peraltro anche buffe, sulla minore vittoria/sconfitta maggiore al referendum, mentre – ed è un fatto positivo da sostenere – l’importante tema del fine vita vede una maggiore attenzione, dove la sinistra resta tiepida, balbettando perché un po’ spiazzata da qualche movimento di parte della destra con il Vaticano almeno morbido, e questo è da appoggiare, anzi spingere.
Non mi baserei sulle piazze, peraltro con divisioni profonde ed equivoci, cartelli, striscioni, “praidate” comprese: non si va avanti di un passo. Considerazioni che a me, meschina politologa della domenica, che peraltro non ha votato Meloni, portano a NON vedere la luce al fondo del famoso, lungo, lunghissimo tunnel per l’alternanza, cioè la vittoria dei progressisti, tutti o quasi, impegnati nei vari campi stretti e/o larghi.
Rendere le cose facili, discutere con semplicità dei problemi veri, non attaccarsi a ogni bagatella per cancellare l’avversaria, stanarla sui dossier reali con proposte serie, e non le battaglie di retroguardia (Sbarra non va bene oggi, ieri i sindacalisti CGIL sì in politica [punto di domanda]), insomma anche confronti senza blocchi, anche ridicoli che ierl’altro erano ok, insomma muoversi: altrimenti i sondaggi – che valgono e non, ma ci sono sempre e ben chiari sulla Meloni in testa (anche gli ultimi della La7) – si tradurranno in voti.
Il Governo certo galleggia, ha bilanci risicati ma ben certificati dalle società di rating, lo spread è ottimo, vende bene i Bot, ed ha certo magre prospettive per cambiare il mondo, ed oggi poi, con le guerre guerreggiate, c’è poco da immaginare, ma proprio per questi fatti occorre una proposta seria e soprattutto chiarezza, senza o con moderate piazze, ma di sostanza.
La mia posizione personale (che non vale nulla) è per fare anche accordi con il nemico, facilitare idee giuste, perché ci possono essere anche degli altri (ma guarda un po’!), non buttarsi allo sbaraglio con scemenzuole solo per dire NO, levarsi anche qualche (molti) “woke” pensiero che molti hanno ancora in testa, irridere sempre ai nemici tutti da buttare, poco eleganti e incapaci: suvvia, non lo si faccia, è sbagliato.
Facile e semplice, nevvero? Assolutamente no, ma almeno provarci: la serietà alla lunga dovrebbe pagare.