Periferie, il nodo irrisolto di Torino

Caro Direttore,
come sai, oggi si celebra la Giornata nazionale delle periferie, cioè le zone più svantaggiate delle città. La relazione predisposta dalla Commissione della Camera dei Deputati per le Periferie esprime un giudizio severo su Torino e, quando la definisce città dal doppio volto, dottor Jekyll e Mister Hyde, di fatto dà ragione alla denuncia del penultimo Arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, che nel 2012 parlò della metà della città che sta bene che non si accorge della metà della città che sta male. Stamane alla Camera dei Deputati verrà ascoltato il Commissario di Governo sulle periferie, Fabio Ciciliano.

Mons. Nosiglia, nell’agosto del 2012, venne preso a male parole da alcuni deputati del Pd. Nel novembre 2015, un sabato mattina, all’angolo tra piazza Castello e via Garibaldi denunciò il problema del lavoro a Torino. Ero uno dei pochissimi politici presenti e mi emozionai moltissimo. Altro che luci e ombre, come qualcuno vuole attenuare l’analisi del Parlamento. In Barriera e nelle periferie c’è degrado e violenza, a una certa ora la gente non esce più di casa e manca il lavoro. Altro che ombre.

Troppo pochi i soldi del Pnrr investiti nelle periferie, non bastano alcune decine di milioni di restyling a cambiare il destino di quella parte di città. Da oltre trent’anni Torino investe tutte le risorse al Lingotto prima, nel centro della città, nell’area dello Stadio Comunale e nell’area Ogr-Politecnico. Per rilanciare le periferie, lo dico con forza, occorre portare lavoro, cioè nuove iniziative economiche. Da mesi propongo di spostare il Centro per l’Intelligenza Artificiale in Barriera, per ridare a quella parte di città la missione più importante per il futuro di Torino, ridando orgoglio a chi la abita.

Mi auguro che dal Parlamento arrivino indicazioni forti a Governo e Città, perché gli abitanti dei quartieri svantaggiati non sono figli di un Dio minore e, per limitarci a Torino, anche per una considerazione economica elementare: se non si riprende economicamente la metà della città oggi svantaggiata, solo i consumi della metà della città avvantaggiata non bastano a riportare Torino ai livelli che si merita.

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