Un Bezos agli invidiosi

Il 27 giugno 2025 a Venezia si è celebrato il matrimonio tra Jeff Bezos, fondatore di Amazon, e Lauren Sanchez. La spesa complessiva dell’evento dovrebbe aggirarsi tra i 15 e i 30 milioni di euro. Mercoledì 25 giugno sono iniziati i festeggiamenti che proseguiranno fino a domenica 29 con base ufficiale, interamente prenotata per l'occasione, all’Aman Venice, hotel tra i più belli e sfarzosi di Venezia affacciato sul Canal Grande. L’hotel, a sette stelle, occupa il Palazzo Papadopoli, costruito nel XVI secolo dall'architetto Giacomo De Grigi e, già nel 2014, teatro delle nozze tra George Clooney e Amal Alamuddin. All’evento nunziale partecipano più di 200 ospiti: Bill Miller, il filantropo gestore di fondi tra i più importati di Amazon, con il suo yacht di 60 metri; il miliardario americano, seppur di origini pakistane, Shahid Khan, proprietario, tra l’altro, di una squadra di calcio inglese e di una di football americano, con il suo mega yacht di 122 metri; la figlia del presidente degli Stati Uniti Ivanka Trump, con i figli e il marito; Eva Longoria; Leonardo DiCaprio; Shakira; Mick Jagger; Elton John; Bill Gates, ecc.

La stampa si è scatenata a rappresentare tutta la cronaca dell’evento e qualcuno, come Massimo Gramellini nel suo “Caffè”, a esprimere il suo critico punto di vista: “Se aveste i soldi di Jeff Bezos, vi sposereste come lui? Prendereste in ostaggio, pardon in affitto, il canal Grande di Venezia? (…) Non so voi, ma se fossi io il promesso sposo e avessi 30 milioni di dollari da buttare, li investirei su un’isola deserta e priva di connessioni web per pagarmi un lusso che non ha prezzo: starsene in pace. Con me vorrei solo mia moglie, senza troppi cambi d’abito (…). E per i testimoni mi affiderei a ChatGPT. Si accettano suggerimenti: saranno sicuramente più spiazzanti delle scelte di questi ultraricchi che vivono nel mito dell’esclusività e poi fanno tutti le stesse cose, le più ovvie, ma gonfiandone a dismisura le dimensioni, fino a sprofondare nel grottesco. Come Beppe Severgnini, anch’io sono rimasto deluso da mister Bezos: deluso e dispiaciuto per lui. Un genio che è stato capace di inventarsi Amazon, ma non un matrimonio originale”.

Ritengo sgradevole il riferimento al Canal Grande “preso in “ostaggio” da Bezos”! Il sinonimo di “ostaggio” è “prigioniero, rapito, sequestrato” e non riesco a condividerlo neanche in senso figurato. Gramellini può fare tutte le domande retoriche che desidera ed ognuno è libero di rispondergli come meglio crede, ma nessuno può ergersi a riferimento per misurare la bontà delle azioni altrui. Il matrimonio di Bezos, secondo uno studio della società di consulenza Jfc, porterà a Venezia un giro d’affari di circa 957 milioni e 299 mila euro. Tra i benefici diretti è stato conteggiato il denaro che i 200 ospiti spenderanno presso gli esercizi commerciali e le attività ricettive comprese le spese sostenute per gli affitti della location. Secondo lo studio tale cifra è quantificabile in circa 28 milioni 368 mila euro. Tra i benefici indiretti sono state calcolate le spese per le tasse aeroportuali per l’arrivo dei jet privati, transfer stradali e marittimi, noleggio della security personale, facchinaggio, servizi videofotografici, ecc. per un ammontare di 17 milioni 582 mila euro. I benefici indotti invece tengono conto del valore economico generato dalla crescita dell’occupazione e dall’aumento della capacità di spesa di aziende e cittadini a cui il matrimonio ha garantito maggiori guadagni per un totale di 8 milioni 794 mila euro. La probabile emulazione di Bezos con un matrimonio a Venezia porterà un guadagno di filiera del wedding di altri 6 milioni 808 mila euro. Ma il guadagno più grosso, circa 895 milioni 746 mila euro, arriverà, a lungo termine, dalla rilevanza mediatica dell’evento. Venezia sarà sotto l’attenzione di tutto il mondo e questo si tradurrà in un guadagno economico per la città. A questo si deve aggiungere un milione di euro destinati dalla coppia di sposi al consorzio scientifico Corila, un’organizzazione che si occupa di studi e ricerche per la salvaguardia della laguna veneziana, e altre somme stanziate a favore dell’ufficio veneziano dell’Unesco e della Venice International University per rafforzare la tutela del patrimonio culturale e promuovere la ricerca sulla sostenibilità ambientale.

Ritengo fuori luogo sia il comitato “No Space for Bezos”, che ha organizzato un corteo al grido di “No Bezos no war”, quasi esistesse una correlazione tra le guerre ed il leader di Amazon, sia i quattro attivisti di Extinction Rebellion, che si sono issati su una gru antistante l’Hotel Danieli di Venezia e, travestiti da Robin Hood, hanno appeso uno striscione con la scritta “Tassare i ricchi per ridare al pianeta”. Si sta parlando di poche decine di persone coinvolte in azioni localizzate e non certo di una mobilitazione popolare su larga scala. Perché questa piccola enclave “elitaria” spende energie per “condannare” le nozze di Bezos a Venezia? Perché queste poche decine di persone hanno così tanto risalto sui media quasi a competere con le guerre attualmente in corso in Europa ed in Medio Oriente? Perché “concentrarsi” contro le “nozze di Bezos” quando ci sono dittatori che invadono stati confinanti, stati che bombardano povera gente che muore per un tozzo di pane, stati teocratici dove tutti, ma soprattutto le donne, sono tenuti in “catena” e passati per le armi per motivi che non sono neanche futili ma banalmente inesistenti?

Gramellini classifica Bezos come “genio” per avere inventato Amazon, ma si dichiara deluso perché il suo matrimonio non è originale. Forse al genio Jeff Bezos una festa nunziale semplicemente piace così e, potendoselo economicamente permettere, altrettanto semplicemente la fa, e questo non dovrebbe alimentare critiche che hanno il sapore “amaro” di una “invidia sociale” verso chi ha saputo attraverso il merito ed il lavoro, e forse anche un po’ di fortuna, costruire aziende che oltre al successo personale dell’imprenditore garantiscono migliaia di posti di lavoro in tutto il mondo.

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