Quali sono i meriti di Tranchida?

Gentile Direttore,
il 17 dicembre, a Cuneo, il dott. Livio Tranchida riceverà l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Un riconoscimento che dovrebbe premiare meriti duraturi e trasparenza gestionale. Ma proprio a Cuneo, stessa città dove ha operato come direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle e continua a operare come commissario, si è consumato, o meglio si sta consumando, uno dei più gravi cortocircuiti di tutti i tempi della sanità piemontese.

Nel solco di questa regia che parrebbe suscitare ammirazione ovunque (tranne che negli utenti), il sistema di prenotazione sanitaria ha prodotto: 5.500 appuntamenti fittizi, con date impossibili (Natale, orari dopo mezzanotte), 2.800 disdette per “inappropriatezza” da parte dei medici dell’Asl Cuneo1, 4.300 rigetti da parte dell’ospedale Santa Croce e Carle. Pazienti rimbalzati tra Cup, medici di base e ospedali, costretti a ripetere l’intero iter per esami anche privi di radiazioni, come le ecografie. Il tutto in nome di una presunta “valutazione del rischio radiologico” mai condivisa con i medici prescrittori, lasciati all’oscuro e informati solo dai giornali. Nessun audit, nessuna convocazione, nessun confronto, anzi un silenzio politico euforico icardiano e riboldesco a proteggere il modello gestionale che ha generato enorme disagio, tanta frustrazione e immensa sfiducia.

A Torino, la situazione non è meno opaca. La firma Tranchida del bilancio 2024 della Città della Salute sarà in sintonia con la storia cuneese? I presupposti del dubbio ci sono tutti. Cassata in malo modo la scelta di prudenza e di tutela del predecessore (nomina a pieno mandato di un revisore esterno), Tranchida, invece, ha preferito “arrotondare” la questione, con il placet rumoroso del “capo della sanità” Riboldi e l’input, più che implicito, dell’ex Icardi. Quest’ultimo, oggi in cerca di tanta e continua visibilità, era in carica proprio nel periodo dei bilanci finiti sotto inchiesta da parte della Procura della Repubblica. Se avesse un minimo di bon ton non dovrebbe immediatamente farsi da parte? L’incompatibilità non esiste solo nel privato. Invece Icardi tira la pietra e nasconde la mano ritenendo il cittadino medio tanto sprovveduto e di memoria così corta.

In questo contesto, la possibile presenza del presidente Alberto Cirio alla cerimonia del 17 dicembre sarebbe un gesto istituzionale veramente grave. Non solo perché Cirio ha pubblicamente sostenuto Tranchida, ma perché la sua partecipazione equivarrebbe a una rimozione simbolica delle criticità emerse. Un “cancellino” istituzionale che legittima l’opacità e archivia il disagio dei cittadini.

La revoca dell’onorificenza, seppur rara, è prevista dalla legge n. 178/1951 e dal D.P.R. 458/1952. Può avvenire per indegnità, su proposta motivata del Presidente del Consiglio e decreto del Presidente della Repubblica. Non è mai stata attuata per motivi gestionali, ma forse è tempo di interrogarsi anche su questo.

Premiare Tranchida proprio a Cuneo, epicentro del disastro gestionale (che era venduto come massima efficienza e che è la motivazione di base per l’assegnazione del riconoscimento) è un gesto che rischia di legittimare l’inefficienza e l’opacità. L’onorificenza dovrebbe essere il sigillo di una carriera esemplare, non un paravento istituzionale per coprire una gestione che ha lasciato dietro di sé disservizi e interrogativi ancora aperti.

Confido che Lo Spiffero voglia dare spazio a queste riflessioni, non per spirito polemico, ma per senso di responsabilità. La sanità pubblica merita di più.

Cordiali saluti e grazie.

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