Diamo un futuro alla lingua piemontese

Grande successo della petizione per la tutela e la valorizzazione dell’idioma regionale. Ora la parola passa alle istituzioni

Grande successo per l'iniziativa di Gioventura Piemontèisa per la tutela della lingua piemontese. Le sottoscrizioni sono state consegnate all'ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale del Piemonte. Chiesto un tavolo di lavoro con parlamentari e amministratori. La petizione, presentata lo scorso 5 febbraio, in pochi mesi ha raggiunto e superato l'obiettivo di raccogliere 10mila firme: attualmente è stata toccata quota 13.000 sottoscrizioni. Coinvolte decine di associazioni di tutto il Piemonte che hanno organizzato banchetti informativi nelle strade e nelle piazze di numerose città: dai capoluoghi di provincia come Torino, Cuneo, Novara, a Ivrea e numerosi centri più piccoli nel Vercellese, nel Monferrato, in Valsusa, Valsesia, Canavese e nelle Langhe. Molti i volontari che hanno deciso di collaborare alla raccolta firme in negozi, uffici, luoghi di lavoro. Il ragazzo più giovane che si è dato da fare ha 17 anni ed è un ex-allievo dei corsi di piemontese al tempo delle elementari; il più anziano ne ha 99 ed è in ottima forma. Via via hanno aderito anche alcune amministrazioni comunali i cui sindaci, assessori e consiglieri hanno sottoscritto la petizione con entusiasmo.

 

Il desiderio di dare un futuro alla lingua piemontese ha dimostrato la stessa intensità a Torino come nelle aree più periferiche: si pensi a Casale Monferrato, per esempio, dove hanno firmato anche molti Lomellini, e a Cannobio, ai confini con la Svizzera; il Comune walser di Macugnaga ha fatto sua l’iniziativa e ha inviato i suoi moduli compilati. Hanno aderito anche cittadini di origine non piemontese e stranieri: rumeni, moldavi, albanesi, africani. Un folto gruppo poi è legato alla comunità argentina di origine piemontese. I sottoscrittori di questa petizione hanno chiesto alla Regione Piemonte «che le proposte di legge n. 8/2010 e n. 10/2010 per il riconoscimento e l’ufficializzazione della lingua piemontese vengano al più presto approvate e che la Regione Piemonte si adoperi in tutte le sedi istituzionali affinché la discriminazione nei confronti della lingua piemontese venga a cessare e che la stessa possa godere dei diritti riconosciuti costituzionalmente alle lingue minoritarie della Repubblica Italiana».

 

A tal proposito è stato chiesto un tavolo di lavoro che coinvolga parlamentari, amministratori locali e associazioni e che si riunisca periodicamente al fine di coordinare l’azione per l’inserimento della lingua piemontese nella legge dello Stato. Il rischio maggiore è quello che tutto passi “sotto silenzio”, che si faccia finta di dimenticare questa aperta violazione del nostro fondamentale diritto alla lingua e che dopo l’estate non se ne parli più, fino alla prossima petizione o alla prossima presentazione di un ordine del giorno in qualche consiglio. Il successo ottenuto da questa iniziativa non è che l’ultimo atto di una battaglia pluridecennale che ha dimostrato come il popolo piemontese voglia un futuro non soltanto per il francoprovenzale, l’occitanoprovenzale e il walser, ma anche per la lingua piemontese.

 

La scelta di tutelare una lingua spetta innanzitutto alla comunità che la parla e alle istituzioni che lo rappresentano: in Piemonte queste, dai Comuni alla Regione, hanno a più riprese e chiaramente riaffermato tale volontà. Oggi il sostegno di oltre 12mila cittadini non fa che ribadirlo. Tale petizione vuole supportare le iniziative legislative che sono state avviate negli ultimi mesi, affinché siano approvate in tempi rapidi, facendo finalmente riconoscere il piemontese dallo Stato, come accade per altre minoranze linguistiche con la legge 482/99. Alla presentazione, di fronte a un pubblico particolarmente folto proveniente da tutto il Piemonte, erano presenti, tra gli altri, gli Onn. Gianni Vernetti, Osvaldo Napoli, Giorgio Merlo, Luigi Bobba, Davide Cavallotto, i Sen. Enzo Ghigo e Lucio Malan, l’ex-senatore Giancarlo Tapparo, i consiglieri regionali Angela Motta e Gianfranco Novero ed il Presidente del Consiglio Regionale Valerio Cattaneo. A seguito delle numerose sollecitazioni giunte e visto che sono molte le sottoscrizioni che continuano ad arrivare, la raccolta firme proseguirà anche nei prossimi mesi.

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