GRANDI OPERE

"La Tav si farà", Ravanelli si appella al buonsenso

A due giorni dal convegno sulle infrastrutture, il leader degli industriali piemontesi si mostra fiducioso sul destino della Torino-Lione: "Non farla sarebbe insensato" e riscoprendo l'antica militanza leghista confida in Salvini

“Il Movimento 5 Stelle paga un prezzo nei confronti del suo elettorato, ma come per l’Ilva anche per la Torino-Lione alla fine prevarrà il buon senso. Non farlo sarebbe ancora più clamoroso”. È l’opinione di Fabio Ravanelli, presidente di Confindustria Piemonte, promotrice del convegno di mercoledì - al quale parteciperà anche il leader nazionale Vincenzo Boccia - per sostenere l’opera. “Il governo la deve smettere di traccheggiare, non può rimangiarsi impegni assunti dai precedenti governi. Quello che pesa di più alle imprese è l’incertezza”, afferma Ravanelli. Forse riandando alle sue antiche esperienze politiche da consigliere leghista al Comune di Novara (dal 1992 al 1996) apre una linea di credito nei confronti di Matteo Salvini: “Abbiamo apprezzato le dichiarazioni del vicepremier sui temi economici. Noi non siamo partitici, siamo politici. Giudichiamo il governo sul merito delle cose, guardiamo all'interesse delle imprese".

Quanto al Movimento 5 stelle “c’è un tema in particolare - spiega Ravanelli - che dovrebbe toccare il suo animo ecologista. Con la Torino-Lione nel 2030 ci sarà un milione di Tir in meno sulle strade, una riduzione di 3 milioni di tonnellate di CO2, senza parlare delle ripercussioni sul traffico e sugli incidenti stradali”. Al convegno di mercoledì comunque i politici non sono invitati: “Il nostro obiettivo è fare una riflessione interna, porteremo poi alla politica i risultati in un’ottica di moral suasion”. Per il presidente degli imprenditori piemontesi, “il rischio che la Torino-Lione si fermi comunque non c’è. Se non si fosse ancora fatto nulla ci sarebbe il rischio, ma si sono già spesi 1,5 miliardi per studi e progetti, cofinanziati dalla Ue, il 14% delle gallerie è già scavato, c’è un accordo internazionale con la Francia. Non ci credo che si possa tornare indietro. La Torino-Lione è parte dei 3.000 chilometri di Corridoio Mediterraneo Lisbona-Kiev, unico asse infrastrutturale europeo a Sud delle Alpi. Non sarebbe un problema per gli altri Paesi, ma sarebbe una tragedia per noi. Se viene meno una tessera del puzzle crolla tutto”.

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