TRAVAGLI DEMOCRATICI

Pd, c'è la data del congresso, ma slitterà ancora

La direzione regionale approva le primarie il 16 dicembre con una postilla: se intanto sarà convocata la conta nazionale gazebo unificati

Alla fine la mediazione è stata trovata nell’ultima direzione regionale di scena questa sera nel quartier generale di via Masserano. Tra chi nel Pd piemontese chiedeva il congresso subito (una parte dei fassiniani che punta su Raffaele Gallo) e chi ha cercato fino all’ultimo di allungare il brodo (la maggioranza dei renziani e la sinistra cuperliana) si è trovato un compromesso. La data delle primarie è stata individuata nel 16 dicembre, ma con una postilla: se intanto inizierà l'iter per la conta anche a livello nazionale e il congresso venisse fissato entro la prima decade di febbraio, allora gazebo unificati e popolo democratico che eviterà di sorbirsi due chiamate in meno di due mesi, peraltro a cavallo delle feste natalizie. Così il Partito democratico, acefalo da sette mesi e cioè da quando Davide Gariglio ha dato le dimissioni, all'indomani della sconfitta alle elezioni politiche, ha scelto la strada per l'individuazione dei nuovi vertici.

La proposta è stata formulata dal coordinamento dei reggenti e illustrata dalla presidente regionale, Giuliana Manica al termine di un dibattito tutt’altro che appassionante tra chi ha tentato disperatamente di sganciare la conta locale da quella nazionale per puntare tutto sulla propria capacità di mobilitazione (una parte i fassiniani, appunto) e chi, temendo un flop nella partecipazione, sta faticosamente riuscendo ad annacquare il congresso regionale nelle dinamiche del Nazareno.

All'ordine del giorno della riunione di questa sera era anche l'approvazione del regolamento, ma il punto è controverso e il via libera slitterà ancora. C'è chi scalpita e sostiene che senza regolamento non c'è chiarezza nelle tappe verso le primarie. E chi invece osserva, come ha fatto Manica, che, fissata la data del congresso, le tappe risultano chiare e conseguenti. "Non è che senza i moduli per la raccolta delle firme - ha rimarcato Andrea Giorgis - non possiamo fare una discussione politica. Chi si vuole candidare si faccia avanti e formuli una proposta. Non dobbiamo mortificare il pluralismo, anche se poi sarebbe bene ricondurlo all'unità, come facemmo con l'elezione del segretario provinciale torinese. "Una fase di transizione non può durare più di sette mesi" ha rimarcato il segretario provinciale torinese, Mimmo Carretta , tra coloro che ritengono ormai improcrastinabile il congresso, pur spendendosi per una mediazione. Del celebre “confronto sui temi” ancora non vi è traccia.

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