GIUSTIZIA & POLITICA

Cota difende Salvini (in tribunale)

Nonostante i dissapori politici, l'ex governatore sarà al fianco del leader della Lega, parte civile in un processo per diffamazione a Torino. Il ministro si è sentito offeso per una critica alla sua propaganda politica sulla pelle dei migranti

Roberto Cota non l’ha mai nascosto. Il nuovo corso della Lega (senza più “Nord”) tracciato dal segretario Matteo Salvini non gli piace e con l’attuale ministro dell’Interno ci sono stati non pochi dissidi: l’ex governatore del Piemonte ha raccontato, anche in un’intervista allo Spiffero, di essersi sentito messo fuori dal leader del Carroccio. Nonostante ciò il novarese prende le difese di Salvini e della sua immagine politica. Lo fa nei panni di avvocato, quelli che è tornato a indossare al termine della sua esperienza da governatore. Tutto ciò succede in un’aula del Tribunale di Torino dove, di fronte al giudice Anna Luisa Ricci, è in corso un processo contro l'allora vicedirettore della Stampa, Cesare Martinetti, accusato di diffamazione a mezzo stampa.

Tutto nasce dalla querela sporta da Salvini nel 2015 quando il segretario del Carroccio, ancora eurodeputato, era stato contestato in maniera molto dura e costretto ad annullare un comizio a Marsala. Il giornalista nell’articolo si scagliava contro le aggressioni, spiegava che Salvini è un provocatore le cui idee hanno diritto di cittadinanza, ma gli dava anche del “razzista” definendolo come “uno che balla sui morti del Canale di Sicilia per la sua miserabile bottega politica”. Nell’articolo, inoltre, si toccava anche un tasto dolente per l’avvocato di parte civile: en passant l'autore citava anche alcuni casi giudiziari che avevano scalfito l’immagine di una Lega incorruttibile, tra cui anche le “mutande verdi” di Cota, quelle del processo Rimborsopoli nel quale l’avvocato e politico novarese è stato condannato a un anno e sette mesi per peculato.

La frase che più ha dato fastidio a Salvini, però, è stata quella sulla danza fatta sopra i cadaveri degli africani morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. Così - nonostante le sue durissime opinioni sui migranti e nonostante le polemiche intavolate con le toghe che hanno indagato lui o altri compagni di partito - non ha esitato ad affidarsi ai tanto contestati magistrati per difendere la sua reputazione. Il processo è in corso da diverso tempo e l’avvocato Cota aveva anche chiesto che Salvini fosse sentito in aula per spiegare le ragioni del suo dispiacere, ma il capo del Carroccio ha sempre dovuto rimandare la sua partecipazione per impegni superiori. Così alla fine, si procederà senza la sua testimonianza e  presto si arriverà alla tappa finale: giovedì 8 novembre ci sarà la discussione conclusiva del processo e la sentenza.

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