DIRITTI & ROVESCI

Non gioco più me ne vado

In due anni, dall'approvazione della legge regionale il volume di giocate in Piemonte, si è ridotto di oltre mezzo miliardo di euro. E anche le perdite si riducono. Ma cresce l'online. Un piano di comunicazione e iniziative di prevenzione

Negli ultimi due anni, dall’approvazione della legge regionale sul contrasto al gioco d’azzardo patologico, il volume di gioco in Piemonte si è ridotto di oltre mezzo miliardo di euro, passando da 5,1 miliardi di euro nel 2016 a una stima di 4,6 miliardi nel 2018. Nello stesso periodo, le perdite dei giocatori piemontesi si sono ridotte del 17%, passando da 1 miliardo e 250 milioni nel 2016 a una stima di un miliardo e 30 milioni nel 2018, con un calo di circa 220 milioni in due anni.

È quanto emerge dai dati dell’Agenzia delle Dogane, riportati da Ires nel rapporto svolto su incarico della Regione e presentati oggi nella seduta congiunta della terza e quarta commissione consiliare, presenti l’assessore alla Sanità Antonio Saitta e quello al Lavoro Gianna Pentenero.

E proprio col supporto dei dati, peraltro riferiti nelle cifre complessive al vasto comparto del gioco (comprendendo quindi anche il Lotto, le scommesse sportive e molte altre tipologie) Saitta ha rivendicato la validità della norma applicata dal Piemonte, in maniera più restrittive rispetto ad altre regioni.

“La legge ha avuto un effetto positivo ed ha già raggiunto alcuni obiettivi che ci eravamo posti al momento della sua approvazione, cioè la diminuzione dei numeri del gioco in Piemonte. Voglio sottolineare - ha detto l’assessore - l'impegno della sanità pubblica in tutte le Asl del Piemonte, grazie al lavoro dei dipartimenti contro le dipendenze, che curano ogni giorno centinaia di pazienti affetti dai danni del gioco compulsivo”.

Saitta ha poi riconfermato l’azione della Regione “che ora prosegue con azioni di prevenzione e di informazione su tutto il territorio: siamo convinti che l’efficacia della legge sarà ancora più rilevante nell’immediato futuro. Ridurre il numero dei giocatori patologici, al di là degli aspetti economici che già si sono manifestati nel primo semestre del 2018, significa un risparmio consistente anche per la sanità che può essere investito in altri ambiti”.

Di “numeri che dimostrano come la legge regionale abbia contribuito in maniera significativa a ridurre i volumi, ma soprattutto, le perdite legate al gioco d’azzardo in Piemonte” ha parlato Pentenero, osservanco come “sebbene i suoi effetti dovranno essere necessariamente valutati in un arco temporale più ampio, le prime risultanze indicano una generale riduzione del rischio di esposizione al gioco d’azzardo, che era proprio una delle finalità della legge”.

Tornando ai numeri dell’Agenzia delle Entrate emerge come “confrontando il primo semestre 2018, periodo in cui le norme sulle distanze erano ormai in vigore, con il primo semestre 2017, quando al contrario non erano ancora efficaci, si osserva una riduzione del volume di gioco complessivo pari a 119 milioni di euro, per una proiezione di 238 milioni di euro sull’intero anno” mentre considerando solo volume di gioco relativo a slot machine e video lottery, la riduzione è ancora maggiore, pari cioè a 228 milioni in sei mesi, 456 milioni nell’intero anno.

In commissione è stato evidenziato che “nel confronto tra il primo semestre 2018 e lo stesso periodo del 2017, si nota nella nostra Regione una lieve crescita delle perdite del gioco online: 7,5 milioni di euro che salirebbero a circa 15 milioni nel 2018 se il dato del primo semestre venisse confermato. Va ricordato che questo tipo gioco, in forte crescita a livello nazionale (solo nel 2017 è aumentato del 34%), occupa una porzione minoritaria del gioco d’azzardo: si pensi che ben il 72% del gioco complessivo in Piemonte è riconducibile a slot e video lottery”.

Gli assessori nel corso dell’audizione hanno inoltre illustrato le attività previste dal piano di comunicazione, che “si propone di prevenire il gioco d’azzardo patologico, aumentandone la conoscenza dei rischi, ed è stato presentato il progetto di software geografico libero che la Regione intende mettere a disposizione dei comuni per favorire l’individuazione dei luoghi sensibili”, anche se deve ancora partire, undici mesi dopo il varo della norma.

Di una vittoria di Pirro parla invece il centrodestra. “Tutti saremmo contenti che grazie alla legge regionale che abbiamo voluto un po' tutti per affrontare il tema della ludopatia ci fosse un vero calo dei malati da gioco – attacca la deputata di Forza Italia Claudia Porchietto –. Sappiamo perfettamente però che tranne il danno economico che hanno subito gli operatori del settore, questa norma non ha aggredito in alcun modo le cause che stanno a monte di questa patologia, limitandoci a lasciare nelle mani di usurai senza scrupoli i nostri concittadini affetti da questa malattia. I dati forniti da Saitta sono veri nella forma ma mentono nella sostanza”.

Non è stato affrontato, invece, il tema del distanziometro – la misura che fissa la presenza di esercizi con slot a non meno di 500 metri da una lunga serie di luoghi sensibili – congelato da pressoché tutte le Regioni per evitare contraccolpi sotto il profilo economico e occupazionale, ma non da Piemonte. Domani in consiglio sul punto sarà presentato un emendamento all’omnibus del consigliere del Pd Luca Cassiani. Quanto affermato dai due assessore stamani appare tutt’altro che un viatico alla sua approvazione. Si vedrà.

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