FIANCO SINISTR

La sinistra avverte Chiamparino: "Non scontato il nostro sostegno"

Nessun diktat o decisioni a scatola chiusa, altrimenti non è esclusa una corsa solitaria. Stroscio (Mdp): "Si riparta dal programma e dal tavolo della coalizione". E i consiglieri regionali di LeU disertano l'incontro con il governatore

“Vogliamo lavorare alla costruzione di una coalizione di centrosinistra, non essere chiamati alla fine a dire sì a quello che già è stato deciso da altri”. Se non un avvertimento, quello che arriva da Articolo1-Mdp a Sergio Chiamparino è un segnale molto chiaro. Se possibile reso ancor più tale da quella che non pare una casualità: ieri all’incontro del ricandidato presidente della Regione con i consiglieri di maggioranza eletti nel collegio torinese per presentare il suo manifesto del Sì erano assenti Marco Grimaldi e Silvana Accossato.

Chiamparino, ormai di fatto costretto a rinunciare all’originaria versione hard del listone, ieri ha messo sul tavolo due ipotesi di presentazione del centrosinistra agli elettori che saranno chiamati alle urne il prossimo 26 maggio. La prima, suggerita dall’ex sottosegretario del Pd Luigi Bobba, prevede le varie liste dei partiti nelle quattro province maggiori conservando dunque il metodo tradizionale per Torino, Cuneo, Novara e Alessandria, riservando il listone alle restanti Biella, Vercelli, Verbano-Cusio-Ossola e Asti. La seconda, proposta dal leader dei Moderati Giacomo Portas, prevede solo due liste ovunque: una del Pd e l’altra con tutte le altre formazioni politiche e civiche. Lui, il ricandidato presidente, non si è sbilanciato e ha spiegato che non lo farà lasciando la decisione ai partner della coalizione.

Ma è proprio da uno di essi, quello sul fianco sinistro, che si mostra una certa irritazione per come viene gestita la questione e non certo da ieri: “Noi siamo rimasti all’accordo preso l’estate scorsa, per ragionare su una coalizione che avrebbe dovuto partire dai programmi per arrivare poi all’individuazione del candidato presidente” spiega, non certo per la prima volta in questi mesi, Andrea Stroscio, coordinatore regionale di Articolo1-Mdp.

Gli ex Pd usciti con la scissione bersaniana rivendicano quella condivisione del percorso promessa da Chiamparino, che “però, fino ad oggi non c’è stata”. C’è, come spiega lo stesso Stroscio, “un lavoro che sta proseguendo per la creazione di una lista che vada oltre Articolo1 allargandosi ad altri ambienti della sinistra”, ma il nodo tutt’altro che sciolto riguarda il posizionamento di questa formazione che dovrebbe comprendere anche Sinistra Italiana di Marco Grimaldi, attuale capogruppo di LeU in Consiglio regionale (anche se ormai la formazione politica sorta attorno all’ex presidente del Senato Pietro Grasso si è esaurita a livello nazionale): con Chiamparino nel centrosinistra oppure lungo un percorso diverso con un diverso candidato presidente?

Sarà, quest’ultima, pure l’extrema ratio, ma non vene certo scartata: “Andare da soli non è escluso” conferma il coordinatore regionale. “Di certo non siamo disponibili ad accettare senza condizioni quel che andrebbe deciso tutti insieme” ribadisce Stroscio ricordando di aver chiesto al neosegretario regionale del Pd Paolo Furia di riapparecchiare quel tavolo di cui si era parlato mesi fa e poi di fatto lasciato nel dimenticatoio.

Negli ambienti di Articolo1 si osserva anche che “se è comprensibile l’accelerazione impressa da Chiamparino in vista del voto, assai meno appare un’azione che di fatto non sembra tenere nella dovuta considerazione gli alleati”. Di più: “Non siamo disponibili a essere messi sotto esame, visto che la nostra lealtà alla coalizione la confermiamo con chiarezza attraverso i nostri rappresentanti in Consiglio regionale”.

Pari dignità e temi cruciali per il Piemonte: questi i punti di partenza e al contempo, linee su cui far procedere per la forza di sinistra che al Chiampa non manca di far notare come talvolta, se non spesso egli “continui a guardare troppo al centro e assai poco a sinistra”.

Lo stesso puntare molto sulla Tav da parte del presidente viene ritenuto una sorta di errore strategico: “Lo dico da favorevole, come ho sempre ribadito, alla Torino-Lione: immaginare un recupero dei voti perduti puntando su quest’opera mi pare illusorio” osserva Federico Fornaro, capogruppo di LeU alla Camera che ha sempre posto il tema della necessità di non ideologicizzare la grande opera ferroviaria.

“Sanità, lavoro e trasporti: questi i temi su cui occorre ragionare e fare proposte concrete agli elettori” ricorda il parlamentare alessandrino che non manca di riportare l’attenzione su quei “tanti Piemonti del Piemonte 2 (dalla denominazione elettorale che identifica le province oltre Torino) dove il centrodestra e in particolare la Lega ha visto un forte aumento di consensi e dove la questione dei trasporti, per esempio, non è riconducibile solo alla Tav, ma anche e soprattutto a servizi locali le cui carenze si tramutano in disagio per cittadini”.

I temi, non da oggi, posti da sinistra sono chiari, “la nostra disponibilità a costruire un’alleanza su un programma l’abbiamo data”, ricordano. Il problema che, se irrisolto, potrebbe declinare in scelte diverse da quelle di una partecipazione alla coalizione esiste. La soluzione, a questo punto, sembra stare nelle mani di Chiamparino. 

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