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Reddito di cittadinanza alla Consulta, anche il Piemonte prepara il ricorso

Sulle modalità di selezione dei navigator e sul ruolo dei Centri per l'impiego la Regione è pronta a seguire la Toscana nell'appellarsi alla Corte Costituzionale. E così dopo il decreto Sicurezza la giunta Chiamparino apre un altro fronte contro il Governo

“La norma che impedisce di lasciare aperte le graduatorie dei concorsi pubblici è assurda e penalizza sia chi cerca lavoro, sia l’operato della Regione”. Gianna Pentenero, assessore regionale al Lavoro, la vede esattamente come la sua collega toscana Cristina Grieco e s’avvia a seguire la strada tracciata dalla Regione Toscana che ha annunciato ricorso alla Corte Costituzionale.

Venerdì porterà sul tavolo della giunta presieduta da Sergio Chiamparino la questione che aggiunge ulteriori difficoltà all’imminente avvio del reddito di cittadinanza e all’annunciato potenziamento dei centri per l’impiego.

Assai concreta, a questo punto, l’eventualità di un allineamento del Piemonte alla Toscana con un possibile ricorso alla Consulta nel caso dal Governo non arrivino segnali precisi e rassicuranti circa un cambiamento della norma. “I nostri uffici stanno valutando la questione”, conferma Pentenero.

Nel caso, sarebbe il secondo ricorso alla Corte Costituzionale da parte del Piemonte, dopo quello sul decreto sicurezza bandiera della Lega, a marcare con evidenza anche una posizione decisamente politica dell’amministrazione Chiamparino nei confronti del Governo. Un aspetto non certo marginale, visto soprattutto l’appuntamento elettorale di primavera e una battaglia, a partire dalla Tav, che connoterà le prossime amministrative con temi di rilievo nazionale e non solo regionale.

Come detto il blocco allo scorrimento delle graduatorie riguarda tutti i concorsi pubblici, ma in questo momento è il reddito di cittadinanza e l’annunciato potenziamento dei Centri per l’impiego con l’immissione di migliaia di addetti, oltre ai navigator su cui resta aperto un ulteriore contenzioso tra Regioni e Governo, ad essere al centro dell’attenzione.

“Assurdo impedire di poter attingere alle graduatorie nel caso si rendano necessario ulteriori assunzioni o, come probabile, che queste avvengano in maniera graduale” osserva l’assessore piemontese al Lavoro che paventa, tra i non pochi rischi che la misura introdotta in tutta fretta prima delle elezioni europee dal Governo nella sua parte grillina, anche quello di un ingolfamento di quei Centri per l’impiego che hanno sì bisogno di personale, ma senza prescindere da un’adeguata formazione e un progressivo inserimento.

E poi c’è la questione della competenza: “L’organizzazione dei centri per l’impiego è di competenza delle Regioni” ha ribadito il governatore toscano Enrico Rossi. “Rivendichiamo il nostro ruolo” gli fa eco Pentenero, la quale lamenta l’assenza di risposte alle richieste che le Regioni hanno avanzato al ministro Luigi Di Maio: “Abbiamo chiesto al Governo una serie di emendamenti, ma fino ad ora dal ministero non è arrivato alcun cenno”.

Tra le richieste c’è quella di gestire assunzioni e collocazioni dei navigator che, invece, Di Maio vuole accentrare all’Anpal, l’Agenzia nazionale per le Politiche del Lavoro, “togliendo, di fatto, a noi una competenza stabilita per legge”. Navigator assunti con selezione pubblica “e non con una procedura diretta come vuole il ministro affidando il dossier ad Anpal”, con la conseguenza che le Regioni denunciano come un inevitabile ingresso di ulteriori precari nel mondo del lavoro, visto il contratto di due anni che verrebbe applicato a coloro che dovrebbero far incontrare la domanda con l’offerta e seguire i beneficiari del reddito di cittadinanza.

A fianco delle Regioni si sono già schierati i sindacati, mentre sui ritardi che continuano a segnare l’approdo in aula del decreto sul reddito di cittadinanza è intervenuto anche il senatore di Forza Italia Gilberto Pichetto.

Il parlamentare piemontese appellandosi alla presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati ha denunciato come “in un momento in cui il Paese vive una decrescita, tutt'altro che felice, maggioranza e governo decidono di scherzare con le Istituzioni: da sabato assistiamo a continue sconvocazioni delle sedute delle Commissioni e fino ad oggi, giorno in cui il decreto del governo su reddito di cittadinanza e quota 100 sarebbe dovuto arrivare in Aula, non si è svolta alcuna votazione”.

E mentre ancora aspettano le risposte del ministro Di Maio le risposte sulle modifiche richieste, sale la tensione tra Regioni e Governo. Con il Piemonte che potrebbe presto seguire la Toscana, ricorrendo alla Corte Costituzionale.

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