EMERGENZA SANITARIA

"In Piemonte serve il lockdown"

I medici ospedalieri scrivono a Cirio e al Governo sollecitando misure più stringenti: "Il trend dei contagi è assimilabile alla curva di saturazione di degenze ordinarie e terapie intensive". Conte potrebbe decidere tra qualche giorno. Il governatore: "Meglio blocchi mirati"

“È necessario, e probabilmente tardivo, introdurre un lockdown totale per il Piemonte”. Con una lettera inviata oggi al ministro della Salute Roberto Speranza, al governatore Alberto Cirio e al presidente della Conferenza Stato-Regioni Stefano Bonaccini, il sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed chiede la chiusura di tutte le attività (con l’eccezione di quelle essenziali) in una regione che “è tra le più problematiche a livello nazionale. La crescita esponenziale dei casi nelle ultime settimane ne è palese e inconfutabile dimostrazione”. Una richiesta che probabilmente precede di qualche giorno una decisione ormai nell’aria e che riguarderà tutto il territorio nazionale se è vero, come filtra con sempre più insistenza, che il premier Giuseppe Conte si appresta ad assumere risoluzioni ancor più drastiche, forse già a partire dalla settimana prossima.

In Piemonte ci sono più di 27mila positivi di cui 2.381 ricoverati in ospedale e 146 in terapia intensiva. Nelle ultime ventiquattr’ore sono stati 2.585 i nuovi casi. “Il trend dei contagi è assimilabile alla curva di saturazione sia delle degenze ordinarie che delle terapie intensive – proseguono i medici ospedalieri –. Abbiamo assistito al fallimento del tracciamento dei contatti sia per l’approccio metodologico errato (utilizzo dei test molecolari rispetto agli antigenici rapidi ai fini di screening), sia per la scarsissima  organizzazione dei servizi preposti e la totale assenza di programmazione da maggio ad ottobre. Il Sistema si è fatto trovare colpevolmente impreparato”. Di qui la richiesta di lockdown, “consapevoli che tutte le misure restrittive causeranno un pesante danno economico con ripercussioni sociali, di cui bisognerà chiedere conto ai decisori politici, ma riteniamo che sia prioritario in questa fase critica salvaguardare la salute dei concittadini che in questo momento è messa seriamente a repentaglio”.

In mattinata, Cirio, interpellato sulla possibilità di un nuovo lockdown aveva affermato che dipendeva “dalla nostra imprudenza personale. Noi possiamo fare tutte le azioni del mondo – ha proseguito – ma tanto, tutto, dipende da come uno ci comporta”. Per poi concludere che da “quattro giorni nel mio Piemonte la curva è piatta”. Concetti ribaditi anche nella conferenza stampa del pomeriggio in cui ha illustrato il piano di screening attraverso test rapidi nelle Rsa: “Lockdown è una parola che cerchiamo di evitare tutti”, meglio “interventi puntuali e precisi”.

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