VERSO IL VOTO

Accordo Pd-M5s "impossibile", anche Letta si arrende alla realtà

Dopo lo schiaffone ricevuto a Roma il segretario Dem a Torino prende finalmente atto dell'evidenza. "Quando io non c'ero, nel 2016, perdemmo malamente e da allora siamo all'opposizione. Poi c'è il secondo turno in cui si possono fare valutazioni

Per quanti ancora non si siano arresi all’evidenza arriva Enrico Letta a chiudere definitivamente a ogni ipotesi di alleanza al primo turno tra Partito democratico e Movimento 5 stelle. Un’intesa definita “impossibile”, vieppiù nelle due città dove c’è un’amministrazione grillina uscente, cioè “a Roma e Torino” dove “il Pd è stato all’opposizione”. Per questo il centrosinistra ha scelto la strada delle primarie: per legittimare col voto popolare il prossimo candidato sindaco, ma anche per delimitare il perimetro di un’alleanza che, almeno per il momento, non sarà estesa al primo azionista dell’ultimo governo Conte. Proprio l’ex premier, sabato, in collegamento con gli eletti torinesi aveva rilanciato quest’ipotesi e Chiara Appendino aveva fatto filtrare che l’ipotesi di un fronte progressista esteso ai pentastellati non era affatto tramontata. E invece a ribadire che ormai il percorso è un altro è proprio il numero uno del Nazareno, in un intervista a Forrest su Radio 1. “Non mi straccio le vesti per quello che è successo – sono le parole di Letta – . Sulle grandi città abbiamo scelto la strada delle primarie. A Roma saranno il 20 giugno, le faremo a Bologna la domenica prima, e le faremo anche a Torino. Saranno una grande festa di popolo”. L’unica grande città in cui l’alleanza al primo turno sembra ancora possibile è Napoli, dove circola il nome dell’ex ministro Gaetano Manfredi. “Poi c’è il secondo turno – conclude il segretario – in cui si possono fare valutazioni senza mettere in crisi l’alleanza”.

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