ECONOMIA DOMESTICA

Torino zavorra del Piemonte

Senza il suo capoluogo la regione crescerebbe più del resto del Nord Italia dice il governatore Cirio. Ma non ne fa una colpa alla città, "è il sistema che è cambiato". Industria e logistica asset fondamentali. L'intervento al congresso della Fim Cisl al Lingotto

“Se togliessimo Torino, il Piemonte crescerebbe più delle altre regioni del Nord Italia, anche del Veneto”. A dirlo, dal palco del congresso nazionale della Fim-Cisl al Centro congressi del Lingotto, è il governatore Alberto Cirio. Parlando degli investimenti del Pnrr, Cirio ha ricordato che “anche al Nord abbiamo, dentro aree non depresse, aree depresse”, e che i fondi del Pnrr saranno investiti “sulle direttrici principali del futuro di questa città e di questa regione. Parlo più di questa città (Torino, ndr), perché, ahimè, è in questa città che abbiamo i maggiori problemi sulla crescita economica e sulla creazione della ricchezza”. Lo dicono i numeri, continua il governatore: “Secondo dati presentati qualche settimana fa da Unioncamere, se voi togliete l’area del torinese il Piemonte cresce di più delle altre regioni del Nord Italia, anche del Veneto”. La “difficoltà” su Torino è però giudicata “incolpevole” da Cirio, “figlia di un sistema che è cambiato” e che ora è da “rimettere in carreggiata usando bene i fondi del Pnrr”. Una constatazione che però non vuole essere una critica alla gestione del capoluogo, visto che il presidente del Piemonte ha parlato di una “splendida sintonia” col sindaco di Torino Stefano Lo Russo “perché noi ci vogliamo presentare agli investitori presenti e potenziali” come territori “dove conviene investire”.

Cirio si è poi concentrato sulla centralità dell’industria per tutta la regione. “Non possiamo pensare che il nostro Piemonte possa vivere senza l’industria manifatturiera. Dobbiamo essere consapevoli che ci sono tante nuove ricchezze, dall’agroalimentare, dal turismo dall’agroindustria, che stanno aprendo nuovi mercati e nuovi spazi di ricchezza del Piemonte, ma un terzo degli stipendi della nostra regione li paga l’industria manifatturiera”. Per questo, secondo Cirio “dobbiamo guardare in direzione non lamentosa ma di prospettiva, di rilancio del ruolo del Piemonte per quanto concerne gli investimenti dell’industria dell’auto, perché qui è nata l’auto, ma non soltanto per questo. Le aziende si tengono in piedi se è conveniente che rimangano qui. E allora noi pensiamo alla storia, che non dimentichiamo, e la trasformiamo in valore aggiunto”. “Il fatto – ha sottolineato – che qui sia nata l’auto significa che l’auto la sappiamo costruire, dimostra che il territorio piemontese ha uomini e donne dotati di ingegno e di capacità operativa, che oggi sono fondamentali per chi oggi vuole investire in questa città e vedere nella città le prospettive per l’auto elettrica, le prospettive per l’idrogeno, la guida autonoma, che sono tutte realtà in cui il Piemonte è all'avanguardia, che vedono nel Piemonte una regione fortemente concorrenziale. Questa è la nostra consapevolezza”.

Infine Cirio ha parlato di un altro settore che in prospettiva può diventare strategico per il Piemonte, la logistica: “Oggi si guarda sempre meno a Roma, ma sempre di più a Bruxelles e noi in Piemonte siamo il cuore dell’Europa. Questo vuol dire che entro dieci anni tutte le merci europee che viaggeranno attraverso la Lisbona-Kiev e la Genova-Rotterdam, che sono le due grandi direttrici in corso di esecuzione, che faranno le merci del mondo in Europa, si incroceranno in Piemonte”. “Abbiamo tutte le carte in regola per essere all’avanguardia e il Piemonte, che era considerato sfortunato per la sua ubicazione geografica, perché era ai margini rispetto a Roma, diventerà una regione centrale”.

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