POLITICA IN GRIGIOVERDE

Calcio del mulo della Lega, salta la legge per gli Alpini

Mancano due consiglieri del Carroccio e, per due votazioni, il testo bandiera di FdI non passa. Una ripicca dopo le recenti tensioni nel centrodestra o solo ignavia? Stucchevoli giochetti tirano in ballo un'istituzione che meriterebbe ben altro rispetto

Il calcio del mulo, di marca leghista, è arrivato e la legge sul Valore Alpino è rimasta al palo, privando Fratelli d’Italia della bandiera da sventolare. Un paio di assenze nel gruppo del partito di Matteo Salvini sono bastate a far mancare i numeri per approvare la discussa legge per celebrare il corpo degli Alpini, ma soprattutto per rendere pan per focaccia all’alleato dopo l’ostinazione dei meloniani nel non ritirare il ricorso al Tar sul sistema di voto a distanza dell'Ufficio di presidenza di Palazzo Lascaris, tradendo di fatto un accordo suggellato tra le forze di maggioranza.

Incominciata male, con una palese strumentalizzazione e la scelta a dir poco infelice della data da dedicare alle Penne Nere (il 16 gennaio, ovvero l’inizio della ritirata dalla Russia dove gli Alpini vennero mandati a combattere, con scarpe di cartone e pari equipaggiamento, da Benito Mussolini), la strada del testo voluto dal consigliere di FdI Davide Nicco si è fatta oggi ancora più in salita, curvando pericolosamente da una strumentalizzazione all’altra in nome del glorioso Corpo militare. Prima l’evidente captatio di consensi affidata a una norma che, come osservato da un Alpino senza se e senza ma come Sergio Chiamparino nell’intervista allo Spiffero, è a dir poco superflua vista la recentissima legge nazionale. Poi ripicche tra alleati (si fa per dire) giocate, ancora una volta, su un’istituzione che nulla ha chiesto alla politica, ma che – ancoro più per questo – la politica dovrebbe lasciar fuori dai sui giochi. Ci vorrebbe davvero un calcio del mulo, un po’ meno metaforico.