POLITICA & AMBIENTE

Caldo record, Torino torna zona rossa

Dopo i drammatici mesi del Covid nel capoluogo piemontese è di nuovo emergenza. Nel weekend ondate di calore fuori dalla norma. Intanto la siccità prosciuga i fiumi: portata del Po ridotta del 72%. Cirio: "In 170 Comuni ordinanze per ridurre il consumo dell'acqua"

Sarà una domenica da bollino rosso a Torino. Non si allenta la morsa del caldo in Piemonte e nel resto d’Italia dove per le ondate di calore ci sono già oggi quattro città che si tingono di arancione: oltre al capoluogo piemontese anche Perugia, Firenze e Brescia. Insomma, ora che il Covid sembra almeno momentaneamente arretrato, le emergenze e i colori a determinarne il livello d’allerta restano.

A indicare i centri più a rischio è il bollettino del Ministero della Salute che monitora 27 città italiane. Le ondate di calore si verificano quando si registrano temperature molto elevate per più giorni consecutivi, spesso associate a tassi elevati di umidità, forte irraggiamento solare e assenza di ventilazione. Queste condizioni climatiche possono rappresentare un rischio per la salute della popolazione e soprattutto dei soggetti vulnerabili, ovvero anziani, malati cronici, bambini, donne in gravidanza.

E intanto si aggrava il flagello della siccità in Piemonte dove si “registra una crisi idrica peggiore di quella del 2003, con il secondo maggio più caldo dal 2009” afferma il governatore Alberto Cirio. Il Po ha una portata d’acqua de 72 per cento inferiore rispetto a quella che dovrebbe essere in questa stagione. “La criticità – prosegue il presidente della Regione – riguarda l’acqua di sorgente, perché non c’è neve sulle montagne. Dove ci si approvvigiona da falda bassa non c’è la stessa emergenza”. Poi aggiunge: “Al momento in Piemonte sono 170 i comuni con ordinanze adottate o in corso di adozione sull’uso consapevole dell'acqua potabile, cioè finalizzato agli scopi alimentari, e di limitazione o divieto di usi impropri e 10, concentrati nel Novarese, quelli che hanno dovuto ricorrere all'interruzione notturna della fornitura. Al momento la situazione è sotto controllo per quanto riguarda gli usi civili dell’acqua potabile, ma abbiamo uno stato di emergenza molto grave per l’agricoltura”.

Andando nel dettaglio, Cirio spiega che “il Piemonte è tutto in emergenza, ma in modo disomogeneo. In provincia di Torino al momento sono 80 i comuni con ordinanze e solo in tre è stato necessario intervenire con autobotti per rifornire di notte le cisterne”. “In provincia di Cuneo abbiamo dieci comuni con ordinanza, in cinque si è già intervenuti con autobotti. A Biella e Vercelli 9 comuni con ordinanze e 12 interventi con autobotte, ad Alessandria 30 comuni con ordinanza e un intervento con autobotte ad Asti la situazione meno critica perché preleva al cento per cento da falda profonda”. La situazione più critica, aggiunge Cirio, è a Novara e Vco “con 40 ordinanze e 10 interruzioni notturne di fornitura nel Novarese e mille interventi con autobotti”.

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