ALLA CARICA

Malan fratello maggiore al Senato, Porchietto spera in un ripescaggio

Il politico barbet probabile capogruppo di FdI a Palazzo Madama. Dopo aver incassato due ministri Cirio lavora per recuperare la deputata torinese non rieletta e il suo fido Perosino tra i sottosegretari. I mal di pancia nella Lega

Mentre, senza perdere un istante dopo il giuramento del Governo e il passaggio della campanella da Mario Draghi a Giorgia Meloni, si aprono i giochi per sottosegretari e ministri, rumors tanto insistenti quanto accreditati aprono sul fronte del partito del premier se non a un colpo di scena, certamente a una sorpresa: sarebbe Lucio Malan il senatore destinato a presiedere il gruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Madama, sostituendo Luca Ciriani, nominato ministro dei Rapporti con il Parlamento.

Con sei legislature sul groppone (solo due meno di Pier Ferdinando Casini, per dare l’idea) e la sua consumata esperienza d’aula, la figura del senatore “barbet” (Malan nasce e cresce nelle Valli Valdesi e della chiesa protestante è un esponente di rilievo), appare quella più indicata per gestire il gruppo più numeroso della camera alta del parlamento. Vieppiù dopo la scelta della Meloni di affidare ministeri a ben sette senatori, con il rischio di avere numeri risicati. Spetterà a Malan, più ancora del dirimpettaio a Montecitorio, il piacentino Tommaso Foti, evitare passi falsi e imboscate, accompagnando l’azione dell’esecutivo.

Come sempre accade dopo l’insediamento di un nuovo Governo parte il risiko per i posti per viceministri e sottosegretari. Le caselle disponibili sono circa una quarantina e, rispettando le proporzioni dell’esito elettorale, una metà dovrebbe andare a FdI e l’altra suddivisa in parti sostanzialmente uguali tra Forza Italia e Lega, ricavando almeno un paio di poltrone per il rassemblement di Noi Moderati lasciati a becco asciutto nell’attribuzione dei dicasteri con gran scorno di Maurizio Lupi. Su un recupero di quest’ultimo ci sono parecchi dubbi, aprendo piuttosto (nel migliore dei casi) a un paio di posti per l’Udc Lorenzo Cesa e per l’ex assessore della giunta ligure e oggi deputata ipertotiana Ilaria Cavo. Beati gli ultimi se i primi saranno non evangelicamente onesti, ma politicamente generosi. Cosa da non dare affatto per scontata, visti i numeri e le istanze.

Guardando alla Lega e ai rospi ingoiati da Matteo Salvini, primo tra tutti il Viminale pur andato al suo ex capo di gabinetto prefetto Matteo Piantedosi, lo stato maggiore di via Bellerio è in perenne riunione e i maldipancia difficilmente verranno del tutto placati dalle attribuzioni delle cariche di seconda fila. Salvini, che deve vedersela con l’assenza di ministri del suo partito in Piemonte e più ancora in Veneto, con la Lombardia che non riconosce come “propri” tutti i nominati, avrebbe annunciato l’intenzione di trovare una sistemazione per cinque segretari regionali non eletti – dall’abruzzese Luigi D’Eramo al trentino Diego Binelli, da Giacomo Saccomanno (Calabria) a Michele Marrone (Molise) e Antonino Minardo (Sicilia) – riducendo praticamente della metà le molte aspirazioni di chi punta ad avere un ruolo nel nuovo esecutivo.

Il leader della Lega ha poi bisogno del ligure Edoardo Rixi, indispensabile Virgilio nei gironi del Mit dov’è già stato viceministro e pare non gradisca tornarvi degradato a sottosegretario. Nella lista che circola in queste ore, oltre all’uscente Nicola Molteni proiettato (nei desiderata leghisti) a rafforzare e presidiare politicamente il Viminale, c’è il lecchese Paolo ArrigoniClaudio Durigon al Lavoro, mentre per placare le proteste nel Nord Est sarebbe in predicato un ritorno dell’ex sottosegretario al Mef  Massimo Bitonci, nome che certo non manderebbe in brodo di giuggiole il governatore Luca Zaia così come un grosso pezzo della Liga. Passando al Nord Ovest, il Piemonte avendo incassato un buon numero di ministri, sia pure senza contarne manco uno della Lega, difficilmente potrà vedere una nutrita pattuglia di sottosegretari.

Il Piemonte leghista ha già ottenuto oltre alla riconferma del capogruppo Riccardo Molinari anche un questore, il torinese Alessandro Benvenuto, e l’amministratore del gruppo Roberto Simonetti.Tra chi ci prova e chi ci spera c’è il cuneese Giorgio Bergesio che confida nell’appoggio di Roberto Calderoli e l’aronese Luigi Gusmeroli. Se, come pare, difficilmente saranno accontentati si rimedierà con qualche presidenza di commissione, come pare auspicare la deputata Elena Maccanti.

Per quanto riguarda Fratelli d’Italia, assegnato il ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ad Alfredo Mantovano e pronto il ruolo analogo per l’Attuazione del programma destinato al braccio destro di Meloni Giovanbattista Fazzolari, è pressoché certo l’approdo al Mef del tributarista Maurizio Leo con la pesante delega alle Finanze nel dicastero affidato all’eminenza grigia leghista Giancarlo Giorgetti. Tra i quasi sicuri, il ligure Gianni Berrino, già assessore al Turismo e probabile numero due di Daniela Santanchè. All’Istruzione potrebbe arrivare Paola Frassinetti, per compensare il leghista milanese (ma docente all’Università subalpina) Giuseppe Valditara. In via Arenula andrebbe di corsa il il piemontese Andrea Delmastro, della ristretta cerchia meloniana, ma l’aver affidato la Giustizia a Carlo Nordio fa prevedere un bilanciamento a favore di Forza Italia pronta a schierare Francesco Paolo Sisto e magari un altro sottosegretario alla Lega. Più facile un approdo per Delmastro in un altro ministero, così come l’ombra della grana giudiziaria, retaggio della sua attività pregressa in Regione, potrebbe frenare le ambizioni di Augusta Montaruli, più facilmente destinata a un ruolo di peso nel partito, considerato anche che da Novara arriva il questore al Senato Gaetano Nastri, per non dire della Difesa al gigante di Marene Guido Crosetto.

Passando al partito di Silvio Berlusconi, che dal Piemonte ha pescato ben due ministri, Gilberto Pichetto e Paolo Zangrillo, oltre al già citato Sisto alla Giustizia, il Cav chiede l’ex capogruppo Paolo Barelli al Viminale il fedelissimo Valentino Valentini agli Esteri, i maligni dicono per “marcare” Antonio Tajani. Berlusconi, punta a confermare Francesco Battistoni sottosegretario all’Agricoltura, così’ come la cruciale (per il Cav) la delega all’Editoria con Giuseppe Moles o con l’ex presidente della commissione di Vigilanza Alberto Barachini. E se a Villa Grande si ragiona anche come compensare la scarsità di ministri del Sud, al Nord, in Piemonte, c’è chi pur a fronte del bis di ministri prova a piazzare anche qualche poltrona di rincalzo. Il governatore  Alberto Cirio starebbe cercando di garantire un ruolo di sottosegretario al suo storico avatar parlamentare Marco Perosino, ma anche per la deputata non rieletta Claudia Porchietto. Sui due nomi si sarebbe impegnato e starebbe lavorando anche il neoministro, nonché coordinatore regionale, Zangrillo. Per scoprire l’esito di queste e altre manovre bisognerà aspettare qualche giorno. Le nomine dei viceministri e dei sottosegretari  arriveranno a fine mese. Un paio di settimane in cui succederà di tutto.

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