TRAVAGLI DEMOCRATICI

Il Pd piemontese trova la direzione:
parti uguali tra Schlein e Bonaccini

Domani l'assemblea all'hotel Fortino. Le due fazioni si dividono la torta da bravi compagni. Conticelli verso la presidenza, Avetta tesoriere. E tra i sostenitori del governatore emiliano c'è chi tira in ballo Lo Russo per il risultato deludente di Torino

Quando ci sono due maggioranze e un segretario scelto in modo unitario, finisce che gli organismi del partito si dividono in parti uguali. È quanto accadrà domani quando l’assemblea del Pd piemontese, riunita all’Hotel Fortino, eleggerà la direzione, il parlamentino del partito, il luogo in cui sarà scelto il prossimo candidato alla presidenza della Regione e dove si voteranno le liste del partito. Le trattative sono andate avanti per tutta la settimana, tra rivendicazioni provenienti da entrambi gli schieramenti.  

Le varie componenti che hanno sostenuto Stefano Bonaccini controllano l’assemblea e quindi avrebbero i voti per imporre anche una direzione che risponda a loro in larga maggiora, ma sarebbe una forzatura. Allo stesso modo verrebbe vissuto come una sgrammaticatura il ribaltamento delle forze in campo sulla base delle primarie nazionali, soprattutto in virtù di un pronunciamento degli iscritti che è stato invece favorevole al governatore dell’Emilia-Romagna. In questo senso le maggioranze sono due: Elly Schlein ha vinto ai gazebo, Bonaccini ha la maggioranza degli iscritti.

E così la direzione sarà spartita a metà: da una parte i rappresentanti delle mozioni di Schlein e Gianni Cuperlo, dall’altra le componenti legate a Bonaccini. Risultato: nessuno avrà i numeri per decidere da solo e al nuovo segretario Mimmo Rossi spetterà l’ingrato compito di mediare e indicare soluzioni condivise. Tra i compromessi possibili c’è anche l’ipotesi di una segreteria paritaria, mentre la presidenza già negli accordi precedenti era in quota Schlein (e dovrebbe andare alla capogruppo dem in Sala Rossa Nadia Conticelli). Il tesoriere sarà invece il consigliere regionale Alberto Avetta (Bonaccini).

E proprio mentre le truppe provano a trovare una quadra, negli alti ranghi della compagine che ha sostenuto il governatore c’è chi ha iniziato a far di conto e non è passata inosservata la performance di Torino. Nella città in cui il sindaco Stefano Lo Russo era fieramente schierato con il governatore emiliano, Schlein ha conquistato il 70%, il risultato più alto tra le grandi città del Piemonte e tra i migliori ottenuti nei capoluoghi sparsi lungo lo Stivale. Risultato ben diverso rispetto ad altre città in cui il sindaco e i maggiorenti locali si sono realmente spesi, a partire dalla Bari di Antonio Decaro. “Si è limitato a un post su facebook” sbotta qualcuno, “nessuno al Nord ha fatto molto meglio, qui non abbiamo le truppe cammellate” è l’altra tesi. Ed è già iniziata la resa dei conti.

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