FINANZA & POTERI

San Paolo, la Compagnia si allarga

Anche il sistema universitario tra i nuovi enti designanti del Consiglio generale. Profumo ha svolto un delicato lavoro diplomatico per non scontentare nessuno mentre fremono le trattative sulla sua successione. Rumors sui papabili, da Garibaldi a Saracco

In equilibrio su un filo tra continuità e riforma, cambiamento e compromesso la Compagnia di San Paolo vara finalmente il nuovo Statuto, dopo due anni di gestazione. È stato un processo lungo e faticoso, fatto di mediazioni defatiganti soprattutto nella revisione degli enti designanti il Consiglio generale della seconda fondazione bancaria d’Italia. Un percorso iniziato nel giugno del 2021, esattamente due anni fa, e che ora si conclude con il via libera del Ministero delle Finanze. Resta uguale il numero dei consiglieri (14 nominati più 3 cooptati), ma tra le novità c’è l'inserimento di nuovi soggetti che dovranno indicarli: il Segretariato regionale del Ministero della Cultura, la rappresentanza in Italia della Commissione Europea, l’Università e il Politecnico di Torino, l’Università di Genova. E così se prima ogni ente aveva uno o due componenti da proporre ora molti rappresentanti dovranno essere scelti “congiuntamente” o “in alternanza” a dimostrazione degli equilibrismi necessari per non scontentare nessuno.

La Camera di commercio di Torino, per esempio, continuerà a esprimere due soggetti nel futuro Consiglio generale, a dispetto del minacciato taglio che aveva fatto calare il gelo tra corso Vittorio Emanuele e via Carlo Alberto, ma uno dovrà essere individuato nell’ambito del terzo settore. L’Accademia delle Scienze e l’Accademia dei Lincei dovranno indicare “congiuntamente” un loro rappresentante, mentre prima ne avevano uno a testa. Lo stesso vale per l’Istituto italiano di Tecnologia e l’Università di Genova. Il Fai invece andrà “in alternanza” con il segretariato regionale del Ministero della Cultura. Un nuovo assetto in cui per la prima volta avrà un proprio esponente anche il sistema accademico torinese indicato, anche qui “congiuntamente” da Università e Politecnico.

Il nuovo statuto arriva proprio mentre sono ormai avviate le trattative per la successione alla presidenza dopo due mandati consecutivi di Francesco Profumo. Un banco di prova fondamentale per il sindaco di Torino Stefano Lo Russo dopo essersi ritrovato ai margini nella partita tra Fabrizio Palenzona e Giovanni Quaglia per il vertice dell’altra fondazione bancaria subalpina, la Crt. I nomi che circolano sono i soliti, quello del professore di Economia Pietro Garibaldi, molto sponsorizzato dal mondo accademico subalpino (soprattitto dal giro del Carlo Alberto), e quello del rettore uscente del Politecnico Guido Saracco, le cui quotazioni sono in progressiva ascesa ma che sconterebbe la freddezza (per usare un eufemismo) del primo cittadino. Ma non è affatto escluso che l’asse istituzionale tra Lo Russo e il governatore piemontese Alberto Cirio possa alla fine partorire una soluzione inedita (spoiler: guardare al mondo delle professioni). 

Viene introdotto il limite di età di 70 anni per il presidente e di 75 anni per i consiglieri ed è previsto il “documento di fine mandato” che il Consiglio generale consegnerà al nuovo a beneficio della governance futura. Nel processo di composizione degli organi di governo viene favorita anche l’adeguata presenza di donne, La Fondazione si evolve verso “un modello misto, che agisce tramite erogazioni, investimenti, progetti operativi e strumenti evoluti di accompagnamento”. Viene data priorità al rafforzamento strutturale e alla sostenibilità a lungo termine di enti beneficiari, progetti ed ecosistemi e vengono adottate politiche di investimento responsabile (Esg) del patrimonio e l'esplicitazione degli investimenti “legati alla missione”. Centrali la sostenibilità ambientale, sociale, finanziaria e la responsabilità verso le nuove generazioni, quest'ultima sostanziata anche nella previsione di meccanismi di ascolto e dialogo.

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