BILANCIO

Aumentano i poveri a Torino, la mensa la paga il Comune

Nelle casse di Palazzo civico mancano 2,7 milioni: crescono le famiglie che chiedono un aiuto per pagare il pasto dei figli a scuola. Il governo taglia i fondi per gli asili. Buone notizie sul fronte energia: il ritorno alla normalità dei prezzi libera 5 milioni

A Torino si stringe ancora la cinghia. Lo stanno facendo le famiglie colpite dall’inflazione, mentre la ripresa economica post-Covid evidentemente non coinvolge tutti. Dal testo della delibera di assestamento al bilancio del Comune emerge un dato che lancia un’ombra grigia sulla situazione delle famiglie torinesi con figli a scuola. Tra le varie poste presentate in commissione dall’assessora Gabriella Nardelli spicca quella che prevede minori entrate dalle mense scolastiche per 2 milioni 735mila euro. Soldi che Palazzo civico non incasserà visto che i cittadini, in attesa che riprendano le scuole a settembre, stanno presentando Isee più leggeri rispetto all’anno scorso, grazie ai quali potranno accedere agli sconti sul costo dei pasti dei figli a scuola previsti per le fasce più deboli.

“Sono arrivate man mano le domande dalle famiglie che, avendo un Isee basso, hanno diritto a una riduzione della quota che pagano come refezione scolastica”, spiega l’assessora allo Spiffero a margine della commissione. Le stime precedenti, inserite nel testo votato dalla Sala Rossa ad aprile, si basavano sull’anno scorso. Nardelli comunque ha intenzione di approfondire. Durante la commissione infatti ha aggiunto che i suoi tecnici stanno approntando “un coordinamento tra i vari uffici per fare delle verifiche sulle richieste (Isee, ndr), per capire come si è sviluppato questo fenomeno”.

A questo dato allarmante ne va aggiunto un altro, sempre negativo ma che vale in prospettiva. Da Roma il ministero ha infatti tagliato di 610.527 euro il trasferimento per le scuole materne (3-5 anni) del Comune in virtù delle previste minori iscrizioni alla scuola materna, dovute al calo demografico nella fascia pre-scolare.  Dall’assessorato non sanno ancora stimare quanti sono di preciso gli iscritti in meno, ma il dato conferma comunque il trend (costante da decenni) sullo spopolamento del capoluogo. Oltre a quello sul progressivo invecchiamento della popolazione torinese che il sindaco Stefano Lo Russo tiene spesso a ricordare.

L’assestamento però nasconde anche una buona notizia per quanto riguarda i costi dell’energia (elettricità e gas): i tecnici hanno contato 5 milioni di spese in meno per il Comune nel 2023 “rispetto alle previsioni fatte a febbraio”, ha spiegato Nardelli. Fondi che il Comune quindi recupera “pur tenendo conto della volatilità” del mercato dell’energia, assicura la titolare dei conti di Palazzo civico.

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