OPERE & OMISSIONI

Frana a Valle, il Pd vuole un commissario (e i pedaggi di Sitaf)

La soluzione per la crisi ai valichi alpini. "Oltre a Monte Bianco e Frejus ci sono problemi al Tenda bis". Con l'aumento del traffico non esclude il contingentamento dei passaggi. L'aspirante governatore punta agli extraprofitti della Sitaf: "Li condivida con il territorio"

C’è una crisi? Si convoca l’immancabile tavolo. La politica non sa che pesci pigliare? Si ricorre a un commissario. E per far fronte alla situazione creatasi da lunedì al traforo del Monte Bianco a seguito della chiusura al traffico pesante del Frejus il Pd chiede l’arrivo di un commissario straordinario ai trafori del Nordovest. È una delle proposte di Daniele Valle, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte e consigliere regionale dem che si unisce a quanti chiedono il rinvio della chiusura del traforo del Monte Bianco e la realizzazione della seconda canna. In più l’aspirante governatore vuole mettere mano agli extraprofitti della Sitaf, la società che gestisce l’A32 Torino-Bardonecchia e l’Autofrejus.

“Le conseguenze della frana in Francia sulla circolazione al Frejus – afferma Valle – potrebbero essere l’anticipo delle criticità che si presenteranno al momento della chiusura del Monte Bianco. Criticità che potrebbero ripetersi negli anni a venire, anche perché l’apertura della seconda canna del Frejus non aumenterà la capacità del tunnel. È indispensabile rinviare l’inizio dei lavori (al Bianco, ndr) in attesa che il Frejus torni a essere pienamente operativo”. Ma non basta, “occorre che il governo insista sulla realizzazione della seconda canna anche al Bianco”, come peraltro sostiene da tempo l’attuale presidente della Regione Alberto Cirio, che si scontra però con l’opposizione della Francia.

“I 5mila mezzi stimati in più al Frejus – aggiunge – provocheranno un picco di inquinamento, la Regione dovrà monitorare senza escludere il ricorso al contingentamento dei passaggi”. Infine, l’affondo: “Ci fa piacere che la Sitaf ostenti tranquillità, ma poiché la chiusura del traforo valdostano genererà un extraprofitto, ci attendiamo che la società lo condivida con il territorio”. Escludendo, forse l’esproprio proletario non è ben chiaro come ciò possa avvenire se non con la volontaria disponibilità del concessionario.

“Chiedo a Cirio – conclude Valle – di sostenere i Comuni della valle di Susa e di difendere gli interessi dei nostri territori a Roma e con la Valle d’Aosta, valutando l’ipotesi di proporre al governo la nomina di un commissario straordinario per i trafori del Nord Ovest. Oltre al Monte Bianco e al Frejus, restano infatti anche le problematiche del valico del Tenda bis. I rattoppi non bastano, senza scelte coraggiose rischiamo di compromettere il nostro futuro”.

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