VERSO IL 2024

Schlein corteggia ancora Conte, Piemonte nel "dossier regionali"

La segretaria del Pd rilancia il campo largo contro la destra di Meloni, ma i potenziali alleati restano tiepidi. Al Nazareno si lavora allo "scambio" con la Sardegna dove Todde resta in pole position. Appendino tra Gribaudo e Valle

Le europee, certo, “rappresenteranno uno spartiacque per ridisegnare l’Europa di domani” (e pure per la tenuta dell’attuale leadership del partito), ma nel 2024 “avremo molte importanti sfide regionali e amministrative e stiamo lavorando, promuovendo alleanze vincenti di tutte le forze politiche e civiche che vogliono costruire una alternativa alla destra”. Elly Schlein, nella sua relazione alla direzionale nazionale, dedica un passaggio all’appuntamento che vedrà il prossimo anno quattro Regioni al voto. Non un appello esplicito ai potenziali alleati ma la sollecitazione a dar vita a un fronte che unisca tutte le opposizioni: “Siamo consapevoli che il Pd è il perno attorno a cui costruire l’alternativa a questa destra” prosegue Schlein. Il problema è che ne sembra consapevole solo lei, non certo i suoi potenziali alleati che ben si sono guardati anche solo dal sedercisi a un tavolo nazionale su amministrative e regionali, lasciando gestire eventuali alleanze ai gruppi dirigenti locali. Un'alternativa che deve essere costruita, sempre secondo la segretaria, “attorno a un programma comune” e “non nello spirito della conta interna”.

Non aggiunge nulla di più e di nuovo a quanto i vertici del Nazareno stanno tentando di fare a livello nazionale per contrastare il governo di Giorgia Meloni e sui territori dove i dem incontrano resistenze da parte dei potenziali alleati, a partire dal M5s. La strategia a macchia di leopardo che pare ispirare il partito di Giuseppe Conte – favorire intese elettorali laddove vi sono concrete possibilità di vincere, correre separati in competizioni giudicate perdenti – lascia nel limbo realtà, come il Piemonte, in cui gli oltre quattro anni di opposizione fianco a fianco nell’aula di Palazzo Lascaris, hanno smussato antiche asperità e ridotto vecchie diffidenze. Lo stato maggiore dem è più che propenso a stringere accordi, i grillini non mostrano più quei pregiudizi delle origini. Con l’eccezione di Chiara Appendino, l’ex sindaca di Torino che non ha affatto messo una pietra sopra alle pene sofferte (anche) a causa dell’opposizione dem durante la sua permanenza a Palazzo civico. E non è solo questione di rancori personali né di candidati (anche se la “schleiniana” Chiara Gribaudo è più gradita di Daniele Valle, ai suoi occhi troppo legato a Stefano Lo Russo).

A Sant’Andrea delle Fratte si mostrano però cautamente ottimisti che “Avanti Savoia” – ovvero lo scambio tra Sardegna e Piemonte, con il via libera alla candidatura dell’ex ministra pentastellata Alessandra Todde nell’isola – possa sbloccare la partita. A Campo Marzio, quartier generale contiano, prendono tempo, parlano di “necessario coinvolgimento dei territori” e predicano cautela.

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