ECONOMIA DOMESTICA

Il Piemonte vola all'estero

Per 9 aziende piemontesi su 10 crescono i ricavi nell'export. Oltre il 38% ha rapporti commerciali con oltre dieci Paesi e nel 59% dei casi si tratta di piccole imprese. Torino e Cuneo sono le province con il numero maggiore di imprese internazionalizzate

L’export continua a rappresentare un elemento determinante dell’economia piemontese, nonostante il quadro generale assai incerto e per certi versi critico: dal 2020 il 91% delle aziende regionali ha mantenuto o aumentato il proprio fatturato all’estero, mentre oltre il 38% ha rapporti commerciali con oltre dieci Paesi. È quanto emerge dalla prima indagine biennale condotta nel 2023 da Confindustria Piemonte in collaborazione con Sace e Unioncamere Piemonte su un campione di 610 aziende. In particolare, negli ultimi tre anni il 55% delle imprese piemontesi dichiara che la propria quota di fatturato estero è rimasta stabile, il 36% che è aumentata e solo per il 9% denuncia un calo. In termini di valore, l’export nel 2022 ha pesato sul 37,6% del fatturato, dato che sale al 63% limitando l’analisi al 50% delle imprese più attive all’estero. Analizzando il numero di Paesi con cui le imprese operano, il 38,2% è attivo in oltre 10 Paesi, il 28% tra 5 e 10 Paesi ed il 33,7% ha rapporti con meno di 5 Paesi. E tra le imprese che servono oltre 10 Paesi, nel 59% dei casi si tratta di piccole, nel 35% di medie e solo nel 6% di grandi imprese.

Dai dati presentati risulta che le esportazioni sono cresciute o sono rimaste stabili per il 72% delle piccole imprese piemontesi, il 25% delle medie e il 3% grandi aziende. Il 27% delle imprese dichiarano che il commercio estero ha pesato sul fatturato oltre il 60%, il 25% invece ha registrato un fatturato estero compreso tra il 30% ed il 60% e, per il 23% la quota di fatturato ha pesato tra il 10% ed il 30%. Infine, solo il 25% delle imprese internazionalizzate ha registrato meno del 10% del fatturato estero. A livello geografico le imprese internazionalizzate che hanno partecipato all’indagine, sono più presenti a Torino e Cuneo (rispettivamente 24,5% e 20,9%), seguono poi le aziende appartenenti alle associazioni di Novara-Vercelli-Valsesia (19,5%), Biella (12,1%), Alessandria (11,3%), Canavese (6,6%), Asti (2,7%) ed infine il Verbano-Cusio-Ossola (2,5%). Analizzando le modalità attraverso cui le imprese hanno deciso di lavorare con i mercati esteri, l’attività maggiormente diffusa è l’esportazione diretta rappresentata dal 42% delle imprese. Seguono le importazioni di materiali e componenti, adottata per il 19%, l’esportazione in regime subfornitura al 14% e la vendita tramite proprie filiali esterne al 9%.

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“Siamo la quarta regione italiana per esportazioni, si tratta di un risultato che si costruisce giorno dopo giorno partendo dalle nostre scuole e università per la formazione, prosegue nelle aziende dove innovazione e investimenti sono continui e arriva in tutto il mondo e nelle più importanti filiere globali. Per affiancare e sviluppare questo percorso nel 2020 abbiamo istituito la Commissione Internazionalizzazione e Attrazione Investimenti composta da imprenditori nominati da ciascuna delle otto territoriali piemontesi di Confindustria”, hanno detto Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte e Alessandro Battaglia, delegato all’internazionalizzazione dell’associazione datoriale.

Nonostante la frenata del commercio globale, nel 2024 l’export resterà in Italia la prima voce a supporto del Pil, confermandoci come sesto Paese esportatore a livello globale. “Ciò è indicativo della continua e alta richiesta estera dei nostri prodotti, del nostro saper fare, del nostro Made in Italy in un quadro di incertezza dovuta allo scenario geoeconomico e geopolitico”, afferma Barbara Beltrame Giacomello, vicepresidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria, sottolineando che “in un contesto di riposizionamento delle catene produttive, i tessuti imprenditoriali fortemente internazionalizzati che si caratterizzano per la loro continua propensione estera, come quello piemontese, sono essenziali per guidare il posizionamento dell’Italia nello scenario internazionale”.

Il Piemonte “dimostra di essere capace di fare sistema, mettendo in comune le competenze presenti sul territorio regionale. La forza di un territorio si vede, infatti, anche dalla capacità dei suoi attori istituzionali di unire le risorse e lavorare insieme per un obiettivo comune, quello di promuovere il miglior sviluppo possibile del proprio tessuto socioeconomico”, spiega Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte. A fianco di 2.800 imprese in una delle regioni chiave per l’export italiano, il Gruppo Sace ha sostenuto nell’ultimo anno 5,5 miliardi di euro di progetti: “Supportiamo ogni giorno le imprese piemontesi con la nostra offerta di prodotti assicurativo finanziari e servizi di accompagnamento e formazione con l’obiettivo di aiutarle nei loro percorsi di crescita sostenibile in Italia e nel mondo, anche grazie ai nostri uffici e un team dedicato a Torino”, ha spiegato Enrica Delgrosso, direttore regionale Nord Ovest di Sace.

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