FIANCO SINISTR

Elly, ti presento Maurizio. Landini leader della sinistra

Se gli elettori del Pd pensano di aver toccato il fondo, c'è un sondaggio di Emg che sembra invogliarli a scavare. Un italiano su quattro vede il segretario della Cgil come il nuovo capo del fronte progressista. L'avvicendamento dopo le europee? Meloni dorma sonni tranquilli

Un italiano su quattro vede in Maurizio Landini il nuovo leader della sinistra. E la percentuale raddoppia tra gli elettori di centrosinistra: uno su due considera il segretario della Cgil come possibile futuro numero uno. È quanto emerge da un sondaggio Emg/Adnkronos, realizzato tra il 28 e il 30 novembre. E chissà che la corsa per l’ex numero uno dei metalmeccanici non possa iniziare già tra pochi mesi quando – se le urne confermeranno il tracollo del Pd sotto il 20% – Elly Schlein potrebbe essere costretta a fare le valigie anzitempo dal Nazareno.

In particolare risponde sì a Landini leader il 42% degli elettori Pd e il 30% di quelli 5 Stelle. Risponde no il 23% degli elettori dem e il 44% dei sostenitori pentastellati. Mentre alla domanda “Tra Landini, Giuseppe Conte e Schlein chi vorrebbe come leader della sinistra?”, il 32% sceglie il sindacalista, il 30% l’ex premier e solo il 20% l’attuale numero uno dem, che pure ha spinto il suo partito più a sinistra di quanto non lo sia mai stato, lasciando scappare l’elettorato riformista ma a quanto pare senza conquistare quello più radicale, se non in minima parte. Non risponde il 18%. Quanto allo sciopero generale, gli italiani si dividono sulla sua utilità. Per il 39% infatti si tratta più di una iniziativa politica mentre per il 38% di una forma di lotta utile ai lavoratori. La restante parte non risponde.

“Una eventuale candidatura di Landini si proporrebbe come elemento aggregante del centrosinistra capace di recuperare anche quei voti perduti”, dice Fabrizio Masia a proposito dei risultati del sondaggio da lui condotto. In realtà non farebbe altro che spostare il centrosinistra su posizioni ancor più massimaliste su temi fondamentali (finora trascurati da Schlein) come economia e lavoro. Allontanando ulteriormente quell'elettorato centrista e riformista senza il quale il fronte progressista non tornerà mai al governo. Su una cosa l’analisi di Masia è incontestabile, cioè che “l’attrattività della Schlein sta faticando a prendere piede e consenso, mentre quella di Conte è più conservativa”. Qualche dubbio in più viene quando Masia si spinge a dire che “Landini piace all’elettorato del Pd e suscita molto interesse in quella parte dell’elettorato di centrosinistra che non va a votare”. E anche che “riesce a intercettare quelle istanze più fondative dei partiti di sinistra che non sono debitamente rappresentate”.

Dati dell’indagine alla mano, cosa risulta mancare alla Schlein? “Certamente lei incarna alcuni valori storici della sinistra, non a caso ha vinto le primarie prendendo tanti voti da parte di coloro che avevano votato Sinistra italiana – spiega Masia –. Però credo che al di là degli aspetti valoriali mancano, probabilmente, dei veri contenuti e idee programmatiche capaci di raccogliere il consenso dei cittadini e interpretarne i bisogni”. Masia prosegue: “Per esempio, al di là del salario minimo non è che si siano viste delle proposte programmatiche così inclini e capaci di entusiasmare. Un elemento di debolezza, soprattutto in vista del voto delle europee, dove occorre mettere sul piatto contenuti che mi pare stiano latitando. Altrimenti avremmo un consenso del Pd diverso dall'attuale, che non è dissimile da quello delle politiche. Per crescere bisogna che Schlein faccia qualcosa di più in questo senso”.

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