PALAZZO CIVICO

Lo Russo, bilancio sul velluto (e Damilano dà i numeri)

Maggioranza e opposizione non disturbano il sindaco di Torino che approva i conti del Comune prima di Natale e senza troppe polemiche. Il suo ex sfidante manda la pagella alla giunta, ma viene bocciato per troppe assenze. Ancora scintille sul caso Vannacci

Il pacco natalizio si alleggerisce. Non arriverà neanche al mezzo milione in più la spesa della giunta di Stefano Lo Russo, nonostante il pressing dei consiglieri di maggioranza per trovare più fondi. La quadra sul Bilancio viene trovata poco prima dell’inizio della seduta, che infatti slitta. I fondi in più, 340mila euro in totale, vanno su sociale e cultura. La giunta ha concesso 50mila euro per i mediatori culturali a sostegno degli stranieri e altri 50mila a sostegno delle donne vittime di violenza. Per la cultura ci saranno 30mila euro in più, che diventeranno strutturali, per ciascuna delle otto Circoscrizioni di Torino (240mila euro in totale). L'approvazione arriva in tarda serata, la discussione è durata solo un giorno.

E mentre la maggioranza pigiabottone si rassegna alla propria irrilevanza, si sgonfiano sul nascere anche i bollenti spiriti dell’opposizione, che minacciava ostruzionismo. I due più bellicosi, il leghista Giuseppe Catizone e il nipote d’Italia Giovanni Crosetto, hanno ottenuto un sostanziale riconoscimento alla loro strenua resistenza. Mentre il primo incassa l’inserimento negli obiettivi programmatici di riferimenti all’importanza delle infrastrutture torinesi, di Mirafiori, dell’incubatore del Politecnico e dell’aeroporto Sandro Pertini, Crosetto porta a casa una mozione a sostegno degli artigiani del Borgo medievale, per consentir loro di continuare a lavorare durante la ristrutturazione del Borgo, che sta per cominciare.

Insomma, Lo Russo può dormire sonni tranquilli e l’obiettivo di approvare il Bilancio già prima di Natale è a un passo. Intanto, nei corridoi, prosegue la polemica sulla serata in cui il generale Roberto Vannacci avrebbe dovuto presentare il suo “Il mondo al contrario” al Cral, organizzata dai Lions. La serata è saltata perché quegli spazi potevano essere utilizzati solo dai dipendenti comunali, è stata la versione ufficiale, per quanto sia risaputo che da anni, nel dopolavoro comunale viene ospitato chiunque. Cosi il consigliere Pietro Abbruzzese di Torino Bellissima, che dei Lions è amico, se la prende con la vicesindaca Michela Favaro, accusandola di aver interferito, con una caduta di stile. Lei dice che “la caduta di stile l’avrebbero fatta i Lions” ma smentisce qualsiasi pressione. Pressione che invece, maligna un consigliere di maggioranza, sarebbe stata esercitata proprio da lei sui dipendenti del Cral, che per evitare conseguenze hanno bloccato l’evento col generale. La vicesindaca è stata protagonista anche sul bilancio: ci sarebbe lei dietro la scelta di vendere casa Ugi, che sostiene i bambini malati di cancro. L’edificio è stato inserito nel piano dismissioni del Comune per 1,690.000 euro, ma dalla giunta spiegano che non cambierà nulla: sarà la stessa Casa Ugi ad acquisire lo spazio e così, risultando finalmente proprietaria, potrà accendere mutui per investirci sopra.

Ci pensa il solito Silvio Viale a movimentare la seduta: il consigliere radicale interviene indossando una cravatta che si accende come la luminaria di Natale più kitsch. Un modo originale di ricordare la sua personale battaglia contro il dress code “all’antica” della Sala Rossa. Il 5 Stelle Andrea Russi invece esce dai temi contabili per lanciare l’ennesima stilettata al campo largo Pd-5Stelle alle prossime regionali. “Sembra che lei da mesi stia facendo di tutto per riconfermare Alberto Cirio in Regione”, ha detto al sindaco di Torino Stefano Lo Russo, per poi chiedergli di “smettere di andare in totale continuità con le politiche della giunta regionale”, in particolare sulla scelta di situare il futuro ospedale della zona nord-est da fare nel Parco della Pellerina. Altro che campo largo: secondo Russi c’è “un campo che si sta ampliando in un fronte sempre più ostile al Movimento 5 Stelle” di cui il Pd torinese, o almeno Lo Russo, fanno parte.

Si è visto in Comune pure Paolo Damilano, venuto per la conferenza stampa di fine anno di Torino Bellissima, durante la quale ha anche dato i voti alla giunta, promuovendola su conti e impegno (8) ma bocciandola con un 5 su visione, sicurezza e sporcizia. Lui invece sarà bocciato per troppe assenze (mai visto in commissione e solo 19 volte in Consiglio) o, come maligna un suo collega d’opposizione, semplicemente “non pervenuto”.