Salviamo la Cisl

Chi protegge il mio sindacato? Quindici giorni or sono sostenevo che era un azzardo fare uno sciopero unitario su Stellantis senza farlo procedere da iniziative sul territorio e che esse dovevano avere l’impostazione di aggregare i diversi soggetti sociali e non limitare la partecipazione attraverso il “fine” dello sciopero. Sottolineavo anche che dichiarare uno sciopero unitario nel bel mezzo del lancio di una mobilitazione di Cgil e Uil su temi nazionali dalla sicurezza sul lavoro, al no all’autonomia differenziata al no al premierato era estremamente pericoloso perché lo sciopero unitario torinese del 12 aprile sarebbe finito nel calderone delle manifestazioni delle due Confederazioni. Per inciso, i temi su cui si caratterizzano le iniziative di Cgil e Uil sono anche condivisibili per cui in casa cislina dovremmo riflettere più complessivamente.

Ed ecco che spunta tra l’iniziativa di Cgil e Uil del 22 marzo e la manifestazione a Roma del 20 aprile uno sciopero da farsi a livello territoriale l’11 aprile o in data vicina. Guarda caso a ridosso del 12 aprile o magari proprio il 12 aprile! In gergo sindacalese si dice: “ci siamo fatti portare in braccio” e il bellissimo sciopero unitario del 12 aprile a cui alcuni giornalisti hanno dedicato titoli del tipo “da undici anni non c’era uno sciopero unitario”, diventa lo sciopero di Cgil e Uil a cui la Cisl e le altre Organizzazioni Sindacali si accodano.

È questa l’unità sindacale che vogliamo in Cisl? Dove sta la lungimiranza, la visione, l’analisi (che vada oltre il giorno stesso) dei nostri dirigenti sindacali locali? Oltretutto, se qualcuno voleva fare un’azione in dissenso verso il nostro segretario generale, Sbarra, doveva farla giusta e che ne valesse la pena, non consegnarsi a Fiom e Uilm, che d’altro canto fanno bene a gestire la propria strategia, incontrastata.

Ma soprattutto è questo che serve ai lavoratori e alle lavoratrici di Stellantis Mirafiori? Non credo. Sarebbe stato molto utile, invece, ricollegare la fabbrica alla città con tante iniziative sul territorio, ai mercati, incontrando tutti i soggetti sociali dalle imprese, ai commercianti, alle associazioni professionali, ai partiti (tutti), all’associazionismo, alle Chiese, per creare una vera solidarietà e sensibilità sociale e politica. La sinistra partitica alcune settimane fa ha fatto la marcia per il lavoro in perfetta solitudine, non uno sciopero. Perché non si è organizzata una manifestazione simile inclusiva, non escludente come è stata la marcia e come sarà lo sciopero?

Pensate a un’iniziativa con cento sindaci con la fascia tricolore “camminare insieme” in testa a un corteo. Oltre a quelli sindacali gli striscioni delle associazioni, dei partiti. Già si poteva chiamare proprio “camminare insieme” per richiamare quell’evento di oltre 50 anni fa quando gli operai di Mirafiori eressero una tenda in piazza Carlo Felice e il cardinal Pellegrino li incontrò. Troppo cattolico il riferimento? Quel fatto ormai è patrimonio della storia di Torino ma soprattutto è patrimonio del movimento operaio torinese. Sarebbe stato altro dalla manifestazione dei Sì Tav, per non turbare qualche sindacalista d’antan, non avrebbe evocato la marcia dei quarantamila. Sarebbe stato un unicum da ricordare.

Invece lo sciopero sta tutto dentro le logiche sindacali di Cgil e Uil e nello scontro con Cisl e nelle risse politiche della sinistra. Possiamo rimediare? Oltretutto sono già comparsi dei vecchi manifesti degli anni ’70, in stile attuale tipo Cobas, che “unitariamente” proclamano lo sciopero.

Sì, possiamo rimediare, serve la mossa del cavallo come ci ricorda Vittorio Foa. Ma la mossa del cavallo, scartare per avanzare, richiede idee forti, nessuna paura di esprimerle, coraggio da solisti. Solo così i nostri aderenti possono capire che la Cisl è il posto delle idee, della chiarezza della linea, una casa difficile da abitarci ma in cui stai bene. La Cisl locale, la categoria cislina è capace di stare dentro questa logica? Siamo ancora capaci di esprimere un’opinione o siamo prigionieri di un sindacato dove vale la fedeltà amicale, ultimi esempi proprio oggi nella categoria dei pensionati, anziché le competenze e l’esprimere le proprie idee.

La Cisl nacque come Libero Sindacato, salviamo la Cisl, insieme.

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