ACCADEMIA

Corgnati s'insedia al Politecnico:
Magnifico e un po' Ponzio Pilato

Buona la prima per il nuovo rettore già al lavoro da due mesi sulla nuova ala dell'ateneo. Proseguirà la sinergia con le istituzioni, specie sull’aerospazio. L'intesa con Lo Russo, lo slalom sul caso Israele all'Università di Torino

Che la situazione sia aulica lo si capisce prima di cominciare: entra il coro e intona l’Inno alla gioia. Il nuovo rettore del Politecnico di Torino Stefano Corgnati è un vercellese di 50 anni, ma anche un figlio legittimo dell’ateneo, dove ha studiato e svolto il lungo cursus honorum che oggi lo ha incoronato Magnifico.

È pronto Corgnati: ha da subito qualcosa da annunciare, visto che lavora da due mesi in affiancamento con Guido Saracco: la nuova manica della didattica, 16.000 mq tra corso Castelfidardo angolo corso Einaudi, finanziata con 40 milioni che andranno nel bilancio previsionale 2025/2027 e in linea con gli ultimi parametri energetici e ambientali. È preparato anche sulle “grandi sfide” sul tavolo, nell’ordine: cittadella dell’aerospazio, manifattura avanzata per l’automotive a Mirafiori, riqualificazione dell’area del design intorno a Torino Esposizioni con annesso campus, e poi “il miglio dell’innovazione”, come lo chiama lui, tra l’energy center e l’Environment park. Ne ha anche per il governatore Alberto Cirio, che saluta chiamandolo per nome mentre annuncia il centro interdipartimentale per l’aerospazio che gli aveva promesso.

Avrà imparato le necessità della politica nella sua esperienza da amministratore a Livorno Ferraris? Chissà, fatto sta che per il resto è un predestinato del Poli. O almeno lo sembra visto come s'incammina nel tunnel dei ricordi con l’ex di tutto Francesco Profumo “che ci ascolta da remoto. Con lui ho fatto la prima collaborazione alla didattica, al secondo anno di elettrotecnica”. Profumo era il professore che per primo gli ha “fatto capire la bellezza della nostra missione di formazione”. Erano i primi anni ’90. Poi la trafila dentro l’ateneo, lunga 18 anni. Con Marco Gilli ha fatto il vicerettore all’amministrazione e dopo alla ricerca. Saracco invece “mi ha spostato in altri ruoli per completare la mia crescita”.

Nel mezzo della cerimonia d’insediamento una serie di passaggi obbligati, per non dire scontati. Ovviamente crede molto nelle donne, tant’è che la prima a salire sul palco è la prorettrice Elena Barilis dopo soltanto un’ora e venti. Giusto per evitare che abbia troppe incombenze ci saranno ben 14 vicerettori, tutti incasellati per funzioni e missioni. Prova a spiegare la nuova governance: “L’intersezione della matrice per missioni e funzioni…” racconta a una platea in difficoltà. La vicepresidente del Pd Chiara Gribaudo ne approfitta per bisbligliare all’orecchio del sindaco di Torino Stefano Lo Russo, ma lui sembra più interessato alla matrice di Corgnati. Forse è l’unico che la capisce.

Perché se col governatore Cirio c’è entente cordiale, col primo cittadino la simpatia è spontanea. C’è il percorso comune nel Politecnico, dove Lo Russo insegna Geologia, l’atteggiamento istituzionale che entrambi rivendicano e anche una certa capacità di sviare i temi scomodi. Lo dimostra subito quando parla di pace. Corgnati infatti crede nella science diplomacy: “La pace è uno dei valori fondanti della nostra istituzione, e attraverso la nostra capacità di interagire coi soggetti dobbiamo entrare in questi processi, di cui attualmente il nostro mondo ha profondamente bisogno”. Vaste programme anche molto vago (ma applauditissimo), visto che la frase potrebbe andar bene sia per i collettivi che chiedono lo stop alle collaborazioni con Israele sia per chi si oppone al boicottaggio. Più tardi, nelle domande a margine, si capisce soltanto che non è un problema suo: “È un tema da Senato accademico, non da rettore”, spiega guardando fisso in camera. Ancora di più, vuole che il Poli adotti una procedura che valga sempre, per tutte le situazioni di conflitto: “È bene che troviamo una via che generalizzi il nostro atteggiamento”. L’importante è che non se ne parli più: lui vuole pensare al Politecnico. Auguri.

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