POLITICA & GIUSTIZIA

Don Ciotti "commissaria" il Pd

Gli esponenti di Libera Fava e Mattiello sondati per regionali ed europee. Colpito dall'indagine Echidna, il partito piemontese reagisce cercando qualche foglia di fico per rimpiazzare Gallo. Salizzoni annuncia l'ennesimo addio alla politica, ma resta in corsa

Con l’uscita di scena di Raffaele Gallo, il Pd cerca un lavacro per fare ammenda dei suoi (presunti) peccati. Falce e casello, i signori delle tessere, cacicchi e capibastone: un’inchiesta che spazza via una famiglia politica al cui tavolo del tinello in tanti si sono seduti, anche tra gli indignati in servizio permanente effettivo che oggi si stracciano le vesti. Il papà Salvatore, ormai consegnato alle cronache come Sasà, indagato per tre diversi reati – peculato, corruzione elettorale ed estorsione – il figlio costretto a fare un passo indietro, ritirando la propria candidatura in Consiglio regionale, pur di non continuare a leggere quell’accostamento tanto infamante quanto ingiusto tra lui e la ‘ndrangheta. Ora al Pd serve una bandiera da sventolare per ribadire i propri “valori” e nascondere sotto il tappeto la polvere e, soprattutto, la solita ipocrisia.

Si cerca un candidato nel mondo della legalità o in alternativa delle comunità di stranieri. Una foglia di fico per salvare il salvabile in vista delle urne. Per consentire a Gianna Pentenero almeno una sconfitta onorevole mentre la sua coalizione perde pezzi e lei stessa scopre la fatica di trovare anche un solo candidato. È ancora vuota la casella riservata a lei nella lista di Torino nonostante siano passate ormai tre settimane dalla sua incoronazione. E con l’uscita di Gallo i posti da riempire diventano due.

Nella sinistra del partito si torna a parlare di Mauro Salizzoni, ex mago dei trapianti di fegato e campione delle preferenze cinque anni fa quando furono oltre 18mila le persone che indicarono il suo nome sulla scheda, spedendolo a suon di voti a Palazzo Lascaris. La sua esclusione, imposta dalla componente del partito che ha votato Stefano Bonaccini al congresso, tra cui lo stesso Gallo, per dare l’ok alla candidatura di Pentenero, ora potrebbe essere rimessa in discussione. C’è chi addirittura lo vorrebbe capolista e non ingannino le ultime dichiarazioni in cui ribadisce di aver chiuso con la politica perché ci starebbe già ripensando come dimostra un post su facebook di queesta mattina: “È l’ora di assumersi le responsabilità a tutti i livelli” sono le sue parole. In alternativa, per guidare la lista di Torino dopo il disarcionamento di Gallo, ci sarebbe Nadia Conticelli, capogruppo Pd in Sala Rossa, per quanto sul suo nome ci siano delle resistenze, provenienti anche dalla sua stessa corrente, quella di Elly Schlein, dove c’è chi non ha dimenticato come lei nel 2014 entrò in Consiglio regionale grazie al listino di Sergio Chiamparino, dove ottenne un posto su indicazione proprio di Salvatore Gallo, in cambio dell’appoggio a Raffaele che correva con le preferenze. Tra i bonacciniani, invece, lo schema che si predilige è quello di una testa di lista – magari capeggiata dalla cattodem Monica Canalis – in cui entrino i quattro consiglieri regionali superstiti. Intanto, Schlein continua a tuonare contro i cacicchi e le famigerate correnti, un cancro che ha invaso il corpaccione del partito, e per trovare il modo di estirparlo una volta per tutte la corrente che a lei fa riferimento in Piemonte s'incontrerà questa sera in una call più o meno segreta.

Ma al di là di Salizzoni, è a quel mondo che ha fatto della promozione della legalità il proprio core business che guarda il Pd, pronto ad appaltare le sue liste a don Luigi Ciotti pur di stendere il prima possibile un pietoso velo su quel che sta accadendo: solo il prete torinese, mito e campione dell’antimafia militante può fornire la patente di presentabilità morale. Ecco allora che circola il nome di Maria Josè Fava, referente di Libera in Piemonte. Il link è il segretario regionale del Pd, Mimmo Rossi, anche lui della milizia donciottiana. E a questo punto riprende quota anche l’ipotesi di una candidatura di Davide Mattiello, per una legislatura parlamentare, alle prossime elezioni europee, che dopo quanto accaduto Elly Schlein potrebbe decidere di valorizzare, inserendolo nei primi posti. O in alternativa una corsa alle regionali anche se però rischierebbe di pestare i piedi a Diego Sarno, consigliere regionale di Nichelino, pure lui legato alla galassia del fondatore del Gruppo Abele. Tra i nomi che circolano anche quello dell'ex sindaco di Grugliasco Roberto Montà, presidente nazionale di Avviso Pubblico, la rete dei comuni e degli amministratori per la legalità. L'importante in questo momento è fare presto. Questo l'input che arriva dal Nazareno dove nessuno ha mai parlato di commissariare la federazione di Torino: “Prima chiudiamo le liste, prima placheremo questo can can”.

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