PRESENTE & FUTURO

Intelligenza artificiale, sede a Torino ma a guidarla sarà un prof milanese

Tre ministri venerdì per dare il via all'AI4Industry. Alla testa della Fondazione arriva Fabio Pammolli, economista del Politecnico di Milano e consigliere di Giorgetti. Probabile collocazione nel grattacielo della Regione Piemonte

La lunga attesa si concluderà venerdì 3 maggio. È la data fissata per l’arrivo in Piemonte dei ministri Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso e Anna Maria Bernini, titolari rispettivamente dell'Economia, del Made in Italy e dell'Università, per mettere la firma sulla nascita della Fondazione che gestirà il Centro per l’Intelligenza artificiale di Torino. Tutti, padrine e madrina, al battesimo di AI4Industry, come è stata chiamata la neonata realtà, arrivata dopo una gestazione di quattro anni. Nata appunto sotto la Mole ma a guidarlo sarà un toscano, milanese di adozione e romano di occupazione: Fabio Pammolli, classe 1965, ordinario di Economia e management al Politecnico di Milano e consigliere economico di Giorgetti al Mef. Logiche politiche e pesi territoriali hanno portato alla scelta di una figura certamente di livello, ma poco inserito nel tessuto piemontese (sebbene la moglie è una dirigente di PoliTo), qual è ad esempio Guido Saracco, ex rettore del Politecnico di Torino a lungo tra i papabili. “Il centro è nazionale – taglia corto dalla Capitale l’entourage del ministro leghista – non può rispondere a logiche localistiche”, che detto da un esponente di un partito che propugna l’Autonomia fa specie. Ma tant’è. Il peso di Torino e del Piemonte lo si misura in questi frangenti.

L’incontro è in programma nel pomeriggio al Museo del Risorgimento dov’è prevista la presentazione ufficiale in presenza del sindaco Stefano Lo Russo e del governatore Alberto Cirio. Saranno un centinaio le persone impiegate all’interno dell'I3A che dovrebbe insediarsi nei locali del grattacielo della Regione Piemonte, nella cosiddetta “farfalla”, location che pare aver vinto la concorrenza di altri spazi presi a lungo in considerazione come quelli della ex Olivetti a Ivrea, le Ogr di Torino, Mirafiori, dove già ci sono il Competence e il Manufacturing Center, la Città dell’Aeropazio e il Santo Volto, messo a disposizione dalla Curia.

L’idea di dar vita a un polo nazionale per l’intelligenza artificiale ha cominciato a prendere piede nel 2020. Tanti ed eterogenei i soggetti che si sono dedicati al progetto: istituzioni, curia (con don Luca Peyron), associazioni industriali e università di Torino. L’obiettivo era di creare un centro dove accogliere le ricerche più avanzate nel campo dell’AI e della robotica e diventare motore dell’innovazione in diversi campi. Due anni dopo, e altrettanti governi, di quel progetto non ne restava nulla, o quasi. I3A (questo l’acronimo scelto per l’istituto) prevedeva investimenti iniziali per 60 milioni e 600 ricercatori assunti. La sede a Torino era stata assegnata come una sorta di compensazione per aver perso la gara con Milano per ospitare il Tribunale europeo dei brevetti. Al ministero dello Sviluppo economico c’era Luigi Di Maio. Chiara Appendino, allora sindaco e sua compagna di partito, dà la cosa (quasi) fatta. A febbraio 2021 Mario Draghi sale a Palazzo Chigi e Giggino trasloca dal Mise. Un mese dopo, in una bozza del Pnrr dove, nel frattempo, è convogliata la creazione del centro, l’indicazione di Torino come sede sparisce. Al posto dell’I3A compare polo per l’automotive e l’intelligenza artificiale inserito con una dotazione scesa a 20 milioni. In questo progetto l’AI viene appena accennata. Il focus è concentrato sulla mobilità, l’industria dell’auto e (forse) l’aerospazio.

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