CURVE PERICOLOSE

Condannato il tramite tra cosche e Juve

La Corte d'appello conferma l'impianto del processo "Alto Piemonte" contro i presunti esponenti della 'ndrangheta interessati al bagarinaggio dei biglietti dello Stadium. Ritenuto colpevole Germani, tifoso che introdusse Rocco Dominello al club

Nel giorno in cui il mondo della Juventus è in estasi per la presentazione di Cristiano Ronaldo, la Corte d’appello di Torino conferma l’impianto dell’indagine “Alto Piemonte”, quella con cui la Direzione distrettuale antimafia ha portato a galla, tra i tanti fatti, anche l’esistenza degli interessi della ‘ndrangheta negli affari connessi alla tifoseria della Juventus, con un presunto esponente delle cosche capace di arrivare a discutere di biglietti con gli uomini del club bianconero. Si trattava di Rocco Dominello, ritenuto un giovane esponente di una famiglia legata alla cosca Pesce di Rosarno (Rc), condannato oggi a cinque anni di carcere, pena inferiore ai sette anni e nove mesi stabiliti dal tribunale in primo grado. La pena per il padre, Saverio Dominello, condannato dal tribunale a dodici anni, un mese e dieci giorni, scende a otto anni e otto mesi. Le accuse contro di loro sono di associazione a delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio, mentre il più anziano dei Dominello è stato ritenuto responsabile anche di due estorsioni. Altre dodici persone sono state condannate (molti di loro con pene inferiori al primo grado), mentre Michele Dominello, fratello di Rocco e figlio di Saverio, è stato assolto da un’accusa di estorsione.

La vera novità di questa sentenza, pronunciata intorno alle 14 dalla prima sezione penale, è la condanna di Fabio Germani, tifoso della Juventus, fondatore del club “Italia Bianconera” e persona in buoni rapporti con funzionari della società, calciatori e allenatori. La corte gli ha inflitto una pena di quattro anni, cinque mesi e dieci giorni di reclusione: assolto da ogni accusa in primo grado, Germani (assistito da Michele Galasso) è stato ritenuto responsabile di concorso esterno in associazione mafiosa perché avrebbe permesso a Rocco Dominello di entrare in contatto con alcuni uomini della Juventus (mai indagati).   

In questo modo i Dominello erano riusciti a inserirsi nel settore del bagarinaggio che - ha sostenuto il sostituto procuratore generale Marcello Tatangelo - “è uno dei settori su cui l’organizzazione (la ‘ndrangheta, ndr) aveva da tempo esercitato il suo controllo, attraverso famiglie che ora vedevano i loro esponenti ristretti in carcere”, un interesse economico nato “almeno dieci anni prima dei fatti”. Secondo la procura generale Germani aveva fornito un “contributo al rafforzamento” dell’organizzazione criminale ed “era ben consapevole” sia degli affari sporchi della ‘ndrangheta coi biglietti delle partite, sia della vicinanza dei Dominello alla ‘ndrangheta. “Siamo sorpresi e delusi - spiega l’avvocato Galasso -. Rispetto alla sentenza di primo grado non c’erano elementi nuovi che potessero giustificare questo cambiamento così radicale. Leggeremo le motivazioni e ricorreremo in Cassazione”.

Da questa indagine della Dda torinese la procura federale della Figc, guidata dal prefetto Giuseppe Pecoraro, aveva avviato un procedimento per la violazione delle norme che proibiscono i contatti con tifosi di associazioni non convenzionate, il sostegno alle tifoserie e la cessione di biglietti. La Corte d’appello della giustizia sportiva aveva inibito Andrea Agnelli e l’ex direttore commerciale Francesco Calvo, ma la sanzione del presidente, però, era già estinta al momento della sentenza di secondo grado. I due funzionari del club torinese che avevano avuto i rapporti illeciti con Dominello, il security manager Alessandro D’Angelo, il responsabile della biglietteria Stefano Merulla, sono usciti indenni dal processo sportivo dopo una prima condanna (poi annullata).

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