PRESENTE & FUTURO

In campo il Piemonte dei coraggiosi

Basta con le messe cantate e i fuochi di paglia: "chi pensa che questa regione debba avere una spinta forte per rilanciare gli investimenti e l’occupazione, superi la paura e i timori". Chiarle (Fim-Cisl) lancia la proposta di una grande manifestazione per lo sviluppo

“Bisogna aver coraggio. Se c’è un Piemonte che pensa che questa regione debba avere una spinta forte per rilanciare gli investimenti e quindi l’occupazione, superi la paura e i timori”. Nell’attesa che le varie parti sociali, dagli imprenditori ai sindacati, dalle associazioni ai partiti, decidano se gettare o no il cuore oltre l’ostacolo (e gli steccati ideologici e di appartenenza) a lanciare l'idea di una manifestazione, probabilmente a ottobre, che li veda tutti coinvolti è il segretario della Fim torinese Claudio Chiarle. “L'obiettivo – spiega il sindacalista – è la ricerca e la successiva conferma di una coesione per sostenere e rilanciare il nostro patrimonio industriale, sociale, culturale ed economico per il rilancio e la crescita occupazionale”.

La proposta arriva appena due giorni dopo la conferenza sulla Tav promossa dagli industriali torinesi e del Piemonte. E non è una coincidenza: “Mi sembra di aver assistito a un fuoco che mi pare sia stato di paglia” dice Chiarle che rimarca come “dal giorno dopo sono emersi dubbi e i soliti timori”. Ed ecco, dunque, il richiamo a quel coraggio che in una battuta il segretario della Fim spiega “bussò, ma nessuno rispose”. Ineccepibile e sacrosanta la difesa della Tav, “che va fatta, ma credo che non ci si debba né si possa fermarsi a questo”.

Per Chiarle “ci sono moltissimi altri interventi necessari per la crescita. Bene, tutti coloro che lo pensano e non stanno con chi immagina una decrescita più o meno infelice, ragionino insieme”. Una sorta di tavolo “interclassista”, quello che propone Chiarle, in cui ognuno dica dove si vuol collocare e poi si lavori insieme, ciascuno per le proprie competenze e senza rinunciare alla propria identità, ma con un obiettivo condiviso”. Industria 4.0 con i suoi fondi, il turismo “e tutti quei settori dove si può provare ad investire e creare posti di lavoro, comprese le Olimpiadi”: questi i temi su cui ragionare.

Il richiamo a un indispensabile discrimine tra “chi vuole spingere questo territorio verso una ripartenza e chi invece frena”, non lascia spazio a interpretazioni, tantomeno a difese di categoria. “Ognuno decida dove vuole collocarsi e in questo vedremo anche le scelte che farà ogni organizzazione sindacale – dice il segretario della Fim –.  Le unità fittizie che non ti fanno far nulla, sono controproducenti”. Il sasso è lanciato, ora non resta che attendere l’effetto che avrà nello stagno.

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