Tav: arcivescovo Torino, le persone vanno ascoltate

"Ho vissuto il '68 e sono in qualche modo un sessantottino... Allora i giovani presentavano delle esigenze concrete, anche alla Chiesa, e sono stati ascoltati, hanno ottenuto delle cose. L'auspicio è che il risveglio civico di oggi aiuti a realizzare una società nella quale le voci sono plurali". Così l'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, a margine dell'appuntamento con la Terza Agorà del Sociale, oggi nel capoluogo piemontese. Interpellato sulla duplice piazza torinese a favore della Tav, sabato scorso e oggi, Nosiglia ha detto che "quando la gente si esprime è sempre un vantaggio per la democrazia, bisogna ascoltarla, bisogna cercare di capire quali sono le ragioni della protesta e poi provare nel dialogo a dare una risposta alle esigenze che vengono presentate". "Sono convinto - ha affermato l'arcivescovo - che quando il popolo si desta, Dio si mette alla sua testa. Il problema è che ci vuole poi da parte soprattutto della politica una capacità di incanalare tutto questo su strade fattibili. L'importante è non ridurre tutto a uno scontro, ma che la protesta sia invece un motivo di riflessione, di verifica, di impegno per costruire qualcosa di comune. Non per fare uniformità, che distrugge il senso della democrazia, ma perché qualsiasi voce abbia la possibilità di farsi sentire e di aiutare a migliorare le cose". "Per avere musica - ha concluso - ci vogliono sette note, con una sola non si combina niente".

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