AFFARI & FINANZA

Nozze in vista per Unicredit?

A Torino il presidente di Cariverona Mazzucco non ha dubbi: Mustier ha in serbo un piano di fusione con una banca internazionale. Un'operazione che agirebbe non poco tutto il sistema del credito italiano e i suoi assetti di potere

Nozze internazionali in vista per Unicredit? Negli ultimi mesi l’istituto di piazza Gae Aulenti è stato più volte tirato in ballo in occasione di operazioni di m&a, in particolare in vista di un possibile matrimonio con la francese Société Genérale. A ipotizzare una qualche operazione di fusione con una banca europea è Alessandro Mazzucco, presidente della fondazione Cariverona, socio fondatore e azionista. Secondo l’ex rettore dell’Università di Verona, oggi a Torino alla presentazione delle linee guide per il 2019 della Compagnia di San Paolo, Jean Pierre Mustier ha in serbo un piano. “Quando ci siamo incontrati abbiamo parlato di politica internazionale. E lui ne è molto consapevole, capisce bene che deve muoversi in un sistema in cui tra l’altro le relazioni che adesso il nostro Governo sta costruendo con la Francia non aiutano. Però io sono abbastanza convinto che voglia fare qualche operazione”. Mazzucco, da parte sua, parlando con i cronisti a margine dell’incontro al Teatro Regio ha confermato di auspicare che nel piano ci sarà anche questa valutazione, notando che il "Paese target" potrebbe essere la Francia, ma “non solo, anche l’Inghilterra o la Spagna”. Insomma, ha ribadito, Mustier “qualche cosa farà”.

Mazzucco, in ogni caso, ha confermato la fiducia in Mustier: “Abbiamo espresso una continuità nella fiducia che gli abbiamo dato dall'inizio - ha notato -. Ci parliamo, ci sentiamo. Ovviamente le nostre preoccupazione gliele diciamo ma lui le sa anche se non gliele diciamo”. La Fondazione Cariverona ha circa l’1,8% di Unicredit. A chi gli chiedeva quando prevede si potrà concretizzare, o quantomeno potrà partire, una fusione internazionale, Mazzucco ha quindi replicato: “Do la risposta che danno sempre: dopo le elezioni europee. Ma io non credo che quello sia in realtà un vincolo fondamentale, c’entra fino a un certo punto. Quindi credo semplicemente che si potrà fare quando si realizzano delle situazioni che possono consentire una iniziativa di questo genere”, ha concluso.

Parole che sono apparse un tantino improvvide al punto da costringere Cariverona a ridimensionare lo scoop: “Non ci sono state comunicazioni tra la Fondazione e UniCredit in merito a quanto riferito dai media e la Fondazione non possiede alcuna informazione non di dominio pubblico” afferma Cariverona in una nota. “Qualsiasi opinione espressa sulla strategia di UniCredit è puramente personale o basata su informazioni di stampa delle ultime settimane e non basata su informazioni riservate e comunque priva di fondamento”.

In verità, ancora ieri Mustier nel corso di un intervento in occasione della 17esima Conferenza Europea sui Servizi Finanziari, ha dichiarato che, nel prossimo futuro, la probabilità di fusioni transfrontaliere è molto bassa. “Se ascoltate le voci, oggi forse dovrebbero esserci solo due solo banche europee, perché noi avremmo comprato la maggior parte delle altre: stando alle indiscrezioni, stavamo acquistando BBVA, Commerzbank, Deutsche Bank, Lloyds e naturalmente SocGen”. Secondo il Chief executive le combinazioni tra istituti hanno senso solo se portano a una riduzione dei costi. A livello europeo matrimoni con altri istituti sono possibili “solo se è possibile tagliare i costi, nient’altro”. “Una fusione non riguarda la dimensione, ma il taglio dei costi”, ha detto il manager. “Non scommettete sulle fusioni transfrontaliere nel prossimo futuro”. Ma potrebbe essere solo un depistaggio.

print_icon