LA SACRA RUOTA

Fca, utili record ma sbanda in Borsa

I conti del 2018 sono in linea con le attese, ma le note dolenti riguardano i numeri di quest'anno, che riflettono la sfiducia su quel che resta della componente italiana del gruppo. Pioggia di vendite a Piazza Affari, analisti delusi dai target

Fiat Chrysler Automobiles ha chiuso il 2018 con utili in grande crescita. Come di consueto il gruppo ha diffuso le stime sull’intero anno in corso, il 2019. Che sono però più conservative di come il consensus si aspettasse. E in Borsa Fca è precipitata (-12,21% dopo due congelamenti al ribasso) dopo la pubblicazione dei conti del IV trimestre che hanno evidenziato «risultati record» ma con la Borsa che ragiona sulle stime del 2019, più basse delle attese. Le quotazioni sono entrate immediatamente in asta di volatilità alla diffusione dei risultati. Si profila un altro crollo a Piazza Affari per Fca che rischia di bissare la giornata nera del 25 luglio scorso, quando lo stesso giorno della morte di Sergio Marchionne il gruppo dovette annunciare il taglio delle stime per l’intero 2018.

Nel dettaglio Fca ha chiuso il 2018con un utile netto adjusted di 5,047 miliardi di euro, in crescita del 34% rispetto al 2017. L’utile netto è di 3,6 miliardi di euro (+3%). I ricavi netti sono stati di 115,4 miliardi di euro, in aumento del 4%. L’ebit adjusted dell’anno scorso ammonta a 7,28 miliardi di euro, con un +3% rispetto al 2017. Le consegne complessive di vetture sono state di oltre 4,8 milioni di unità (+2%) e le consegne consolidate di oltre 4,6 milioni di unità (+5%). Il gruppo automobilistico ha una liquidità netta industriale di 1,9 miliardi di euro, in miglioramento rispetto all’indebitamento netto industriale di 2,4 miliardi a fine 2017. I target 2018 del gruppo erano per ricavi netti tra 115 e 118 miliardi di euro, un ebit adjusted tra 7,5 e 8 miliardi, un utile netto adjusted di circa 5 miliardi di euro e una liquidità netta industriale tra 1,5 e 2 miliardi di euro. I risultati del 2018 di Fca sono sopra le attese degli analisti per quanto riguarda i ricavi (114,9 miliardi), mentre sono leggermente inferiori in quanto a ebit adjusted (7,4 miliardi) e utile netto (3,7 miliardi). Per il 2019 Fca (esclusa Magneti Marelli la cui vendita sarà finalizzata nel secondo trimestre 2019) si aspetta un ebit adjusted sopra i 6,7 miliardi di euro con un margine sopra 6,1%. L’eps diluito adjusted è stimato sopra 2,70 euro per azione, riflettendo un tax rate più alto, principalmente negli Stati Uniti. Il free cash flow industriale è atteso sopra 1,5 miliardi di euro, più basso rispetto al 2018 per maggiori investimenti ed esborsi per penali e altri costi in relazione alla definizione delle pendenze in materia di emissioni sul diesel negli Usa (nel 2018 4,4 miliardi di euro).

Proprio le previsioni per l’anno in corso sembrano avere un ruolo chiave nel calo del titolo in Borsa. Il margine operativo lordo stimato in 6,7 miliardi di euro per il 2019 risulta essere ben al di sotto delle previsioni degli analisti, comprese tra 7,1 e 8,6 miliardi di euro. Ma soprattutto si guarda al cash flow industriale, che per il 2019 Fca stima sopra 1,5 miliardi di euro contro i 4,4 miliardi nel 2018. In più, a complicare la seduto, è stata anche la generale debolezza del comparto auto, complici le indicazioni sul 2019 non troppo brillanti arrivate dai grandi costruttori del settore a livello internazionale (-3,4% Daimler, -2,6% Volkswagen). Dalla presentazione dei conti di Toyota, Daimler e General Motors è infatti arrivato un allarme sul 2019 che aumenta il pessimismo per il momento del settore auto visto che da tutti e tre sono arrivati pochi segnali di una inversione di tendenza del rallentamento cinese. Toyota ha abbassato le stime sulle vendite di veicoli e sugli utili dell'esercizio in corso che si chiuderà a marzo, mentre Daimler - dopo conti sotto le attese nel 2018 e un dividendo ridimensionato rispetto all'anno precedente - ha fornito una guidance 2019 che non ha troppo convinto gli operatori. A fronte di un 2018 brillante, il calo dell’utile operativo nel IV trimestre da parte di Gm e le indicazioni fornite dalla cfo Dhivya Suryadevara sulla Cina e sull’aumento dei prezzi delle materie prime hanno comunque messo in guardia gli investitori. In questa cornice ad alto rischio, il calo forte dei titoli Fiat Chrysler in mattinata ancor prima della conclusione del consiglio stava ad indicare il rischio che il gruppo fosse il vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro arrugginiti.

Il 2018 è stato «un anno eccezionale con performance record», il 2019 sarà «una pietra miliare perché torneremo a distribuire un dividendo, non succedeva da un decennio». Lo ha detto l’amministratore delegato di Fca, Mike Manley, durante la conference call sui risultati 2018. Quanto a Magneti Marelli, la cessione assicurerà un futuro alla società. «Siamo fiduciosi sul dividendo normale e su quello straordinario», ha aggiunto, ricordando come «l’eccellente line-up» rappresenti un punto di forza per il gruppo. L’ad non ha escluso comunque la possibilità di «rivedere il piano di investimenti» da 45 miliardi di euro delineato nell’ultimo piano industriale.

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