GRANDI OPERE

Tav alla Corte dei Conti europea

La magistratura contabile dell'Ue accende un faro sui cofinanziamenti della Torino-Lione. L'equipe dell'audit sarà lunedì alla Camera per conoscere la strategia italiana e l'uso dei fondi. Gariglio (Pd) e Napoli (FI): "Ci sono gli estremi per danno erariale"

Che intende fare il Governo italiano della Torino-Lione? Alla lunga lista di quanti vorrebbero sapere come si concluderà l’estenuante manfrina sulla Tav, si aggiunge pure la Corte dei Conti europea. L’organo di controllo dell’Ue, infatti, ha deciso di accendere il faro sulla questione che sta tenendo banco ormai da mesi e su cui è in corso un braccio di ferro tra i due principali partner dell’esecutivo. L’equipe audit ha chiesto un incontro con il Parlamento italiano per “discutere la strategia italiana a lungo termine legata ai progetti di infrastruttura di trasporto, con un particolare focus sul ruolo svolto dalla Commissione Europea e dai fondi comunitari in tali infrastrutture”. Oltre la “linea ferroviaria Lione-Torino”, sotto la lente dell’organismo di controllo c’è pure “la galleria di base del Brennero nell’ambito del corridoio ferroviario Monaco-Verona”, opera che a detta dell’ineffabile ministro Danilo Toninelli è già realizzata e “usata in tanti”.

Il confronto con i capigruppo della Camera unitamente ai componenti della Commissione di Montecitorio che si occupa delle Politiche comunitarie si svolgerà lunedì prossimo, 11 febbraio. In tale sede, i magistrati contabili europei intendono acquisire informazioni sugli intendimenti del governo italiano, specialmente in merito all’utilizzo dei finanziamenti già ricevuti e a quelli stanziati. Iniziativa che va di pari passo a quella della Corte dei Conti italiana, chiamata a valutare la configurazione di “danni erariali”nella decisione di Telt di congelare i bandi per la prosecuzione dei lavori. Il parlamentare Pd Davide Gariglio, che di concerto con il capogruppo ed ex ministro Graziano Delrio, ha presentato l’esposto, ricorda che “ogni mese di ritardo che è imputabile a decisioni politiche e non tecniche comporta un costo di 75 milioni di euro”. Insomma, ci sono gli estremi perché la Corte dei conti indaghi per danno erariale perché si tratta di soldi pubblici che in gran parte ha erogato la Ue. “Al di là delle beghe - spiega Gariglio - rischiamo di perdere i finanziamenti che abbiamo già ricevuto e soprattutto i ritardi nei lavori costano decine di milioni di euro ai contribuenti italiani ed europei”.

Un intervento, quella magistratura contabile, sollecitato nei giorni scorsi anche dal deputato di Forza Italia Osvaldo Napoli: “è lecito attendersi un intervento della Corte dei Conti per una stima dei danni erariali derivanti dalle inadempienze del governo. Una bugia al giorno per togliersi la Tav di torno: la strategia del M5s di avvelenare i pozzi dell’informazione propalando sciocchezze, falsità e ingannando gli italiani diventa col passare del tempo una minaccia alla democrazia e ai conti pubblici”.

print_icon