VERSO IL VOTO

Il giurista Dogliani tra i big in corsa con Chiamparino

Dopo Salizzoni scende in campo anche il noto costituzionalista. Per lui un posto nel listino del presidente, espresso da Lev. Giovedì riunione della coalizione per definire le ultime candidature. Ma qualcuno resterà a bocca asciutta

Certo, rispetto ai diretti concorrenti l’appeal è decisamente inferiore, non foss’altro per quei sondaggi che danno la maggioranza regionale uscente decisamente in svantaggio, eppure anche nel centrosinistra è iniziato il braccio di ferro per i dieci posti riservati al listino bloccato, quelli che scatterebbero in caso di successo del candidato presidente. E se a destra i partiti devono vedersela con la famelica Lega pigliatutto, dall’altra parte della barricata è il principale azionista della coalizione, il Pd, a dover respingere l’assalto di liste e listarelle. La riunione per dirimere le ultime questioni aperte, è stata fissata per giovedì, alle 14, quando i rappresentanti dei vari partiti incontreranno Sergio Chiamparino per definire gli equilibri e i rapporti di forza della coalizione.

Un primo schema prevedeva cinque caselle ai dem e altrettante agli alleati, ma poi gli alleati sono diventati sei e intanto il governatore ha preteso un posto per il mago dei trapianti Mauro Salizzoni, candidato come indipendente anche nel proporzionale con il Pd. Così rischiano di ridursi ulteriormente i posti per il primo partito della coalizione, l’unico peraltro, che per bocca del segretario Paolo Furia, ha fatto sapere di voler utilizzare il listino come camera di compensazione per le province più piccole dove rischia di rimanere a secco. Di qui l’ipotesi, finora solo ventilata, che non proprio tutte le formazioni in corsa ottengano un rappresentante, a partire dalla piccola Demos del consigliere uscente Alfredo Monaco, che quasi certamente resterà a bocca asciutta, mentre è in bilico l’Italia in Comune di Federico Pizzarotti che punterebbe su Matilde Casa.

Resta sul tavolo anche l’annoso tema della parità di genere: Chiamparino ha già detto di non volersi impiccare sulla questione e che piuttosto intende salvaguardare la rappresentanza di tutte le aree geografiche. Nonostante ciò, però, qualche spruzzatina di rosa andrà pur garantita. A oggi l’unico che ci ha pensato è Mimmo Portas dei Moderati, il quale punta sulla riconferma della consigliera uscente del Cuneese Maria Carla Chiapello. Prova a volare alto Marco Grimaldi che, a nome di Liberi Uguali Verdi indicherà il costituzionalista Mario Dogliani, professore emerito di Diritto all’Università di Torino, un giurista che ha fatto parte della commissione dei 35 saggi nominati da Giorgio Napolitano per le riforme, socio corrispondente della prestigiosa Accademia delle Scienze e tra i più accaniti sostenitori del No al referendum di Matteo Renzi. Per quanto riguarda +Europa che ha deciso, unica della coalizione, di inserire la scritta “Sì Tav” nel simbolo si pensa a una donna ed ecco rispuntare il nome della sempiterna Silvja Manzi, segretaria di Radicali Italiani, già candidata alle politiche dello scorso anno, ma sconfitta nel collegio uninominale di Torino Nord. Un uomo del volontariato, anche lui di Torino, dovrebbe andare a riempire la casella della lista Monviso di Mario Giaccone.

Veniamo al Pd che, come detto, intende privilegiare i territori in cui difficilmente scatterà il seggio. L’idea è quella di motivare i candidati forti del proporzionale inserendoli nel listino: si tratta di Vittorio Barazzotto (Biella), Michele Gaietta (Vercelli) e Giorgio Ferrero (Asti). Mentre nel Vco, dove sul proporzionale s’immola – pur con una possibilità remota di elezione – il numero due di piazza Castello Aldo Reschigna, nel listino dovrebbe entrare l’ex presidente della provincia Stefano Costa. Da verificare la possibilità di un ripescaggio in extremis dell’assessora al Lavoro Gianna Pentenero, cui il Pd non ha concesso la deroga per un quarto mandato in Regione e che Chiamparino potrebbe essere intenzionato a recuperare. Già, ma a spese di chi?

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