EMERGENZA POLITICA

Sindaci e medici sul piede di guerra e la Lega continua a occupare le Asl

Dopo la rivolta di 30 primi cittadini della zona alla To4 arriva un commissario, candidato a Castellamonte per il partito di Salvini. Anaao, Cimo, Nursind contestano Icardi: "Disorientati dalle sue dichiarazioni". Ma Cirio non interviene?

“Gli ospedali e tutto il personale sanitario, con dedizione assoluta, si stanno facendo in quattro per gestire questa situazione di emergenza, hanno lavorato spesso senza dispositivi di protezione, oppure con una dotazione davvero insufficiente. Adesso è arrivato il momento di aumentare l’efficienza del servizio territoriale”. Trenta sindaci chiedono, senza troppi giri di parole, che l’Asl To4 sia “più reattiva e più proattiva” e per questo invocano dalla Regione la sostituzione dell’attuale direttore generale Lorenzo Ardissone, manager un tempo vicino al centrosinistra (in particolare all'ex assessore Gianna Pentenero, dato in avvicinamento alla Lega di rito canavesano). In queste ore arriva la conferma della nomina a commissario ad acta del medico di famiglia Angelo Testa, con il compito di affiancare il direttore generale.

Sarà un caso, ma anche in questa circostanza la scelta dell’assessorato è caduta su un professionista vcino alla Lega, il partito dell’assessore Luigi Icardi e del direttore generale Fabio Aimar. Di più: Testa era stato candidato sindaco di Castellamonte per il partito di Matteo Salvini. Possibile si tratti sempre di coincidenze? Possibile che solo medici militanti o vicino alla Lega siano in grado di fare i commissari che a questo punto è difficile non definire politici? Inutile reagire scompostamente, come capita all’inquilino di corso Regina, se in piena emergenza l’andazzo è questo. Nessuno solleva dubbi sulla legittimità della richiesta dei sindaci, ma è sulla risposta che ormai più che dei dubbi si palesano certezze. La Lega occupa le Asl, mentre negli ospedali si continua a morire.

“Bisogna riorganizzare i servizi e le risposte che devono essere date al territorio devono avere carattere di urgenza e straordinarietà. Siamo ben consapevoli di tutte le difficoltà che si riscontrano ogni giorno, ma vediamo che in altri territori della nostra Regione le Asl si stanno riorganizzando, cercando di fornire risposte corrispondenti all’evolversi della situazione” scrivono i sindaci. “Riteniamo che debba essere, quindi, approntata una gestione straordinaria di questa fase anche, se del caso, attraverso la nomina di un Coordinatore straordinario della fase pre e post ospedaliera, come fatto già per altri territori”.

C’è, soprattutto, la questione delle case di riposo, emergenza nell’emergenza che sta esplodendo in tutta la regione e che l’Unità di Crisi fino ad oggi, in tutte le sue articolazioni, ha mostrato di non saper gestire nella maniera attesa. Per non dire, ovviamente, delle Asl. “Occorre organizzare il personale e provvedere ad eseguire i tamponi al personale sanitario ed agli ospiti. Tutto ciò va fatto con urgenza. – chiedono i primi cittadini - Sulla questione tamponi sappiamo che è operativo un unico laboratorio analisi presso tutta la nostra Asl, quello di Ivrea, che a causa del carico di lavoro non è in grado di processare oltre 150 tamponi al giorno. C’è quindi la necessità di potenziare con urgenza questo servizio. Abbiamo oltre mezzo milione di abitanti ed un unico laboratorio analisi non è davvero sufficiente”.

Intanto sulla struttura di corso Marche con a capo Vincenzo Coccolo e con il coordinamento sanitario affidato a Flavio Boraso, continuano a piovere critiche, non certo infondate. Ormai è un coro che cresce ogni giorno di più. Così come non sono certo positive le reazioni alle parole con cui l’assessore alla Sanità Luigi Icardi ha descritto, nella sua versione, la situazione in Piemonte. A partire dalla questione dei tamponi. “Effettuare i tamponi significa individuare i positivi asintomatici e bloccare sul nascere l’aggravarsi della patologia e del contagio. Continuiamo a chiedere alla Regione di intensificare i controlli in modo rilevante sul personale sanitario, i soggetti più esposti, ma non abbiamo ottenuto alcuna rassicurazione concreta”, scrive in una nota la Cimo, sigla che rappresenta in regione oltre 1200 camici bianchi.  “Basta chiamarci eroi: desideriamo solo svolgere la nostra professione nella massina sicurezza, invece i tamponi vanno a rilento, le mascherine ad alta protezione non sono sufficienti a coprire i turni e lo stress delle terapie intensive piemontesi non diminuisce”.

Il sindacato esprime il disorientamento “per le recenti dichiarazioni dell’ Icardi, rispetto al tema dei tamponi. Esiste eccome una forte correlazione rispetto all’andamento dei decessi. Il problema continua ad essere, anche tra il personale sanitario, quello relativo ai positivi asintomatici. Senza il tampone chiunque può mettere in serio pericolo la propria vita, quella dei familiari e, se è un medico o un infermiere, anche quella dei pazienti”.

Altra questione che investe in pieno la Regione è quella dei dati. “Sicuramente il numero di decessi è sottostimato” denuncia Anaao-Assomed, uno dei principali sindacati dei medici ospedalieri, in una nota congiunta con Nursind, organizzazione delle professioni infermieristiche. “Oggi vengono classificati come decessi da Covid-19 solo i casi sottoposti a tampone. Degli altri non si sa. Quindi non finiscono nel conteggio i decessi nelle case di riposo, quelli a casa, quelli che negli ospedali erano ricoverati per altre patologie e poi hanno sviluppato una polmonite interstiziale e non hanno eseguito il tampone”.

Il sindacato denuncia come “delle case di riposo ci si è ricordati con grave ritardo: scarseggiavano i Dpi per gli operatori, non si sono fatti tempestivamente i tamponi ai casi sospetti, si sono dimessi i pazienti Covid positivi dagli ospedali nella Rsa senza isolarli dagli altri”. E così, mentre gli esami per accertare la positività o meno vanno a rilento e sono pochi, troppo pochi, rapido l’accertamento della fedeltà alla Lega di chi deve, altrettanto rapidamente, essere piazzato in ruoli, certamente necessari, della sanità, ma che qualcuno dovrà spiegare debbano essere occupati soltanto da chi è vicino o spesso organico al partito di Salvini. L’unità di crisi avalla, che già sarebbe grave, o addirittura condivide questa occupazione della sanità?