OPERAZIONE SPARTITO

Corruzione al Regio, nei guai Graziosi

L'ex sovrintendente "grillino" avrebbe illecitamente aiutato un'agenzia amica svizzera, ai danni delle casse dell'ente lirico torinese. Nel mirino di finanzieri e magistrati anche altre numerose anomalie: bandi e carriera lampo di un corista

Corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Queste le ipotesi di reato a carico degli indagati nella vicenda della gestione del Teatro Regio di Torino, per la quale, dalle prime ore di questa mattina, la guardia di finanza è impegnata in numerose perquisizioni in diverse regioni italiane. Coinvolte nelle indagini due società, tra cui una elvetica, e quattro persone. L’operazione, denominata “Spartito”, è condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino, su delega della locale procura della Repubblica (procuratore aggiungo Enrica Gabetta e pm Elisa Buffa) in relazione ad alcune criticità emerse nella gestione della Fondazione Lirica del Teatro Regio di Torino.

Le indagini hanno appurato il legame professionale tra l’ex sovrintendente del Teatro Regio, William Graziosi, e un’agenzia teatrale svizzera che ha visto poi crescere il proprio fatturato, grazie alla scritturazione, da parte della Fondazione, di artisti da essa rappresentati. Sono inoltre emerse presunte irregolarità nella predisposizione del bando per la riconferma dell’ex sovrintendente nonché nell’affidamento di incarichi a persone a lui vicine per la gestione del marketing del Teatro Regio. La designazione di Graziosi alla guida dell’ente lirico, avvenuta il 24 aprile 2018, fu fortemente voluta dalla sindaca Chiara Appendino nonostante la forte opposizione di Regione e di altre istituzioni. Uno scontro che provocò una spaccatura all’interno del Cda con le dimissioni di alcuni consiglieri. Incarico che Graziosi mantenne per un solo anno, prima di passare il testimone Sebastian Schwartz: un periodo molto complicato per il teatro, che aveva chiuso in rosso gli ultimi bilanci con un buco di 1,8 milioni di euro nel 2017.

Nel corso delle indagini è stata anche rilevata la vicenda di un dipendente della Fondazione, Roberto Guenno, che, nel giro di poco tempo, ha visto il proprio ruolo professionale crescere da corista a collaboratore di staff della sovrintendenza per le attività di innovazione e sviluppo. Il dipendente, che fu candidato alle Comunali del 2016 nella lista del Movimento 5 stelle e nel listino di Davide Bono alle Regionali di due anni prima,  avrebbe, inoltre, favorito l’aggiudicazione di un appalto per il servizio di marketing ad un’azienda milanese che si occupa di ricerche di mercato e sondaggi di opinione, attraverso la complicità del titolare che ha predisposto il bando di gara inserendo elementi selettivi che risulteranno eccessivamente stringenti per altri partecipanti. L’operazione della Guardia di Finanza vede coinvolte le province di Torino, Asti, Milano, Fermo e Ancona.

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