A CHE GIOCO GIOCHIAMO

Azzardo, sindaci (e medici) bocciano la nuova legge

Parere negativo del Consiglio delle autonomie del Piemonte e forti riserve anche da parte degli ordini professionali dei camici bianchi, psicologi e assistenti sociali. Guerra di numeri sulle ricadute occupazionali tra Ires, Cgia di Mestre ed Eurispes

Anche sindaci e medici si schierano apertamente contro la proposta di legge regionale sul gioco d’azzardo, approvata dalla giunta e ora all’esame dell’aula. Già la settimana scorsa i dati dell’Ires – l’Istituto di ricerca della Regione Piemonte – avevano confutato le ricadute negative sull’occupazione paventate dalla maggioranza di centrodestra secondo cui la norma attualmente in vigore, approvata all’unanimità nella precedente legislatura, cancella 5mila posti di lavoro. Da qui l’iniziativa assunta da Lega e alleati per modificarla in senso meno restrittivo. Oggi nel corso delle audizioni a Palazzo Lascaris l’altolà è arrivato dagli ordini professionali dei medici, degli psicologi e degli assistenti sociali: “Ridurre l’offerta di gioco è salutare, non si tratta di proibizionismo ma di regolazione. Diversi esercenti hanno detto di essersi sentiti sollevati dopo aver tolto le macchinette, anche se hanno avuto minori introiti” è la loro posizione, espressa in commissione. La legge 9/2016 ha un approccio basato sulla riduzione dell’offerta, ben diverso dalla modifica proposta ora dalla giunta. In questi anni, spiegano medici, psicologi e assistenti sociali “c’è stata una riduzione del 20 per cento dei soggetti in cura per questa patologia, mentre la nuova proposta si fonda soltanto sulla comunicazione al pubblico sui rischi del gioco. L’impostazione è scorretta perché le persone vulnerabili sono quelle che meno rispondono alle campagne di prevenzione”.

Nel pomeriggio il semaforo rosso è scattato anche da parte del Cal, il Consiglio delle autonomie locali, che si è riunito per offrire un parere che – va specificato – non è in alcun modo vincolante. Certo si tratta dell’ennesimo segnale politico lanciato dagli amministratori locali secondo i quali “questa legge è inaccettabile perché stravolge un impianto che funziona attraverso modifiche che non hanno alcuna base scientifica” è stato l’attacco del primo cittadino di Grugliasco, Roberto Montà. I sindaci lamentano un sostanziale ridimensionamento del loro ruolo giacché secondo il nuovo testo perdono il potere di ordinanza e quindi la possibilità di influire su orari, distanze e determinazione dei luoghi sensibili. L’assessore Fabrizio Ricca ha tentato una mediazione comunicando la disponibilità a farsi carico di portare le proposte di modifica in Consiglio, specificando però che “io sono uno e l’assemblea è sacra”. Troppo poco per i presenti e infatti il via libera condizionato chiesto da Ricca non è passato:10 voti contrari contro 7 favorevoli (tra cui l’Anci passata nel 2019 al centrodestra e guidata dal sindaco di Vercelli Andrea Corsaro); in una seconda votazione il parere negativo ha ottenuto invece 9 Sì, 5 astensioni (tra cui Anci che intanto ha smussato la propria posizione) e un solo voto contrario. Montà ha parlato di una “operazione di lobbismo politico-istituzionale inaccettabile” a fronte della quale “come sindaci ci riserveremo di avanzare una proposta che sia alternativa e capace di tutelare le nostre prerogative. La partita tra tifoserie opposte non sta portando da nessuna parte”.

Chi invece considera per certi versi necessarie delle modifiche sono la Cgia di Mestre ed Eurispes. La minor raccolta proveniente dalle slot machine per effetto della legge 9/2016 ha determinato una riduzione del gettito per le casse piemontesi e importanti ricadute occupazionali ha detto il ricercatore della associazione degli artigiani veneti Daniele Nicolai. “Stimiamo una perdita annua per l'erario pari a circa 163 milioni di euro, che sale sino a 200 milioni se si calcola anche il conseguente mancato gettito dovuto al minor fatturato per le aziende del settore”. Nel complesso, prosegue, “gli addetti passano dai 4.850 del 2019 ai 2.550 del 2019, circa la metà. Inoltre, se consideriamo le sale da gioco, ci sono 1.800 lavoratori la cui occupazione è messa in serio pericolo”. La Cgia ha rilevato inoltre una forte crescita dell’illegale: “Per quanto riguarda il gioco illecito, riscontriamo un aumento delle irregolarità e una crescita esponenziale dell'imposta evasa nel periodo successivo all’entrata in vigore della legge: +181% di soggetti verbalizzati, crescita del tasso di positività dei controlli e forte aumento degli apparecchi sequestrati”. Preoccupazioni espresse anche dall’ex pm Antonio Rinaudo, commissario per l’emergenza Covid, intervenuto nelle vesti di direttore di Eurispes Piemonte e Valle d’Aosta. “Il nostro Osservatorio giochi, legalità e patologie ha preso in esame gli effetti della legge 9/2016 che possono riassumersi in: offerta del gioco legale tagliata dell’80 per cento, 5.200 posti di lavoro in meno, assist al gioco illegale, inefficacia degli strumenti per limitare il gioco patologico”.